Candela: "Posso dare qualcosa alla Roma, ve ne parlerò a tempo debito"
Vincent Candela, campione del mondo, d’Europa con la Francia e campione d’Italia con la Roma, ha rilasciato alune dichiarazioni.
Partiamo da una cosa che riguarda il settore giovanile, il calcio internazionale, e la base del calcio ovvero la formazione tecnica e comportamentale dei calciatori, ed è una considerazione su cui spingi parecchio. Tanto è vero che segui i campionati giovanili oltre a quelli professionistici.
“Sì, perché è la base e non ci poniamo tanta attenzione, a questi giovani, in Italia. Oramai vivo da sedici anni a Roma ed è un peccato non seguirli, questi giovani, per farli crescere, sia sul piano umano che della qualità sportiva. Sono loro il nostro futuro, a tutti i livelli. Intendo parlare del rispetto, dell’educazione e di tutte quelle cose che vengono utili dentro e fuori dal campo. Dal 1997 dico che nel campionato italiano giocano troppi calciatori stranieri e lo dico da francese. E’ un peccato che, in un Paese Campione del mondo quattro volte non si riesca a valorizzare un elevato numero di giovani e non venga sfruttato tutto questo; l’italiano nel sangue, nel DNA, ha la passione del calcio. Quando sono arrivato io era un cultura”.
Sulla nazionale francese e sul pareggio al 90′ contro la Spagna:
”Dagli ultimi sei anni la Spagna è la squadra più forte al mondo e lo sarà anche nei prossimi Mondiali in Brasile, nel 2014, perché sono tutti giocatori giovani. La Francia ha cambiato allenatore, a Laurent Blanc è succeduto Deschamps, entrambi miei amici. Blanc è più un manager all’inglese che gestisce le questioni anche al di fuori del campo, mentre Didier è più uomo di campo. Entrambi sanno bene che bisogna prestare molta attenzione ai giovani e dare loro l’esempio, fuori e dentro il campo, insegnando i valori della vita oltreché del calcio. Di Deschamps sono contento, perché ha ripreso da tre mesi e sta facendo un bel lavoro”, ha. Riferito Candela a “Diario di bordocampo”, in onda su Radioincontro 105.8.
Sulla Roma.
“L’idea mia della Roma è questa: ero contentissimo, dopo Luis Enrique, quando hanno preso Zeman. A un certo punto c’era Montella: da tre anni sta facendo esperienza e sta dimostrando che diventerà un allenatore. Zeman lo conosciamo, non lo cambieranno mai, non si può cambiare. Io l’ho avuto come allenatore per due stagioni molto belle. Noi eravamo giovani, quindi non era facile gestire alcuni caratteri nostri e quindi ci furono tante litigate con Zeman. Il mister crede nel suo modo di giocare e non scende a compromessi. Magari attua un bel calcio, ma ha problemi a gestire i campioni e ad adattare il suo gioco ai calciatori di cui dispone".
Quali sono i tuoi prossimi impegni professionali?
“Ho qualche progetto sempre nel mondo del calcio. E piano piano ve ne parlerò con piacere. Come ho detto sono una persona onesta e leale e, vivendo a Roma, penso di poter dare qualcosa a Roma e alla Roma: ve ne parlerò a tempo debito”.