Una giornata assurda, una sconfitta cocente ma Piris e Stekelenburg non devono essere i capri espiatori
Ci sono momenti, situazioni, occasioni che segnano in maniera indelebile. Si dice che questo sia anche il bello del calcio e, soprattutto, di Zeman. Da una vittoria facile e pulita, il tifoso della Roma è passato velocemente ad una sconfitta cocente, una sconfitta assurda che ha rintronato l'ambiente e che lascerà qualche strascico nei prossimi giorni. Le ire dei tifosi si stanno velocemente concentrando su Piris e Stekelenburg, come un tornado che acquista forza ogni minuto di più. Il primo è stato protagonista di un ottimo primo tempo prima dell'harakiri di sessanta secondi, nei quali ha consegnato due gol al Bologna. Il paraguaiano, andato evidentemente in confusione, è stato poi subito sostituito da Zeman: "Una bocciatura? Non lo so, anche questa è una cosa plausibile" il commento di Sabatini a fine gara.
Che i capitolini abbiano una lacuna sulla destra è cosa nota e la dirigenza aveva anche provato a piazzare un colpo negli ultimi giorni di mercato, proprio per rinforzare la fascia, ma addossare tutte le colpe a Piris e a Stekelenburg sarebbe un errore. Un grosso errore. Non va dimenticato che la Roma è tornata in campo nella ripresa quasi svogliata, quasi come si fosse accontentata dei due gol, come se si sentisse sicura del risultato. Pioli ha invece operato i giusti correttivi e il Bologna è tornato in campo famelico, voglioso di rimontare e di rimediare ad un primo tempo disastroso. Questi due fattori, uniti allo spreco di occasioni dei giallorossi e al miracolo di Agliardi su Totti, possono forse dare un senso a questa gara anche se questa gara, direbbe Vasco Rossi, un senso non ce l'ha.