Tra le montagne russe Champions: Mourinho scopre nuove forze, ma deve fare i conti col mal di gol delle punte
La vittoria del Milan al Maradona ha rovinato una domenica che si stava incanalando nella maniera migliore per la Roma nella corsa alla Champions League. Alla fine tutto ruota intorno a questo grande obiettivo: tornare tra le grandi d'Europa. Abbiamo visto come un quarto di finale della Women's Champions League abbia portato 40k spettatori all'Olimpico e dato un lustro notevole a una squadra che in Patria sta sbancando il banco. Figuriamoci dunque quali benefici protrebbe trarre il club dal ritorno in Champions a 360°.
Le due opzioni le conosciamo tutti quali sono: vincere l'Europa League o arrivare tra le prime quattro in Serie A. Decidete voi quale sia il percorso maggiormente percorribile. In campionato, levato il posto del Napoli, al momento la più lanciata (unica senza coppe) sembra essere l'altra squadra della Capitale. Quindi il gioco dovrebbe essere ristretto al terzetto Milan, Inter e Roma (ovviamente anche il gap con la Lazio è ampiamente ricucibile).
Un mini-torneo di cui si avrà un quadro più definito tra il 29 aprile (Roma-Milan) e il 7 maggio (Roma-Inter). In questa specie di montagna russa per la Champions, la Roma ha questo piccolo vantaggio di avere entrambi gli scontri diretti in casa.
Lo 0-4 sul Napoli ha rilanciato prepotentemente i campioni d'Italia, ma, andando a vedere il percorso di Roma, Inter e Milan si vede come le squadre abbiano rallentato molto la loro corsa, ottenendo 2 vittorie e 1 pareggio, al massimo, nelle ultime cinque di Serie A (è dei rossoneri lo score migliore delle tre). La Roma si è fermata a 2 vittorie e 3 sconfitte, peggio l'Inter con 1 vittoria e 4 sconfitte.
A incidere in negativo è stata l'Europa, la stessa che tornerà a incidere dopo il turno di Pasqua, dove i match prima e post dei quarti di finale di Champions/Europa League saranno dei veri e propri terni al Lotto. A tal proposito, nonostante il mister non la pensi così, ritenendo le antagoniste per la corsa Champions migliori, la Roma è uscita fuori dalla gara contro la Sampdoria più forte non solo per i 3 punti conquistati, ma e soprattutto perché ha visto allargarsi rosa e opzioni tattiche. Basti pensare al Wijnaldum inserito in un contesto a lui più congeniale, alle parole di Mourinho su Llorente (magari sottovalutate quando parla della qualità maggiore rispetto agli altri nel palleggio), alla giocata di Solbakken, indisponibile per l'Europa, ma che ha già 1 gol e 1 assist in campionato essendo stato impegnato col contagocce, fino alla variante tattica della difesa a 4, quel modulo accantonato perché evidenzia ulteriormente i difetti della squadra, ma che con un Matic così, un Wijnaldum così, magari può far pensare al tecnico che il gioco possa valere la candela.
Magari se l'attacco, inteso nelle punte centrali della Roma, fosse più prolifico, l'ago della bilancia sarebbe ancora più spostato verso un'inversione di rotta e ritornare ad avere un uomo in meno in copertura e un uomo in più a fare gioco. Il motivo è semplice: se davanti hai le occasioni e non segni, sei più vulnerabile dietro. Sotto questo aspetto Belotti è ancora a quota 0 in campionato ad aprile e Abraham non segna dal 4 febbraio, data che corrisponde anche all'ultimo gol (il secondo in totale) di capitan Pellegrini. Segno che se la Roma continua a evolversi, avrebbe ancora un ulteriore boost, per conquistare la Champions, da chi sta rendendo meno rispetto alle passate stagioni.