Sei playoff da qui alla fine: la Roma vuole iscriversi al corso-Champions
Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid, Juventus, Manchester City, Atletico Madrid. Sono i nomi delle sei squadre che nella scorsa stagione e in questa hanno partecipato e parteciperanno alle semifinali di Champions League: Colchoneros a parte, i giallorossi hanno avuto modo di vedersela con tutte le altre e, tralasciando il discorso riguardante il gap con i bianconeri, la miseria dei due pareggi rimediati in 8 sfide rende perfettamente l’idea della distanza fisica, tecnica, mentale e strutturale che i capitolini hanno con i piani altissimi del calcio europeo, difficilmente occupabili con continuità - almeno in breve tempo - ma potenzialmente avvicinabili nella singola annata. L’arrivo di Spalletti in panchina, dopo le disastrose dodici partite (più quattro di Europa League) condotte da Rudi Garcia, ha lasciato intravedere, nel corso del doppio confronto con i merengues, un lieve miglioramento, ma per salire i pioli della scala delle stelle l’elemento fondamentale sarà accumulare esperienza: non solo (tanto) denaro, ma anche una nuova iscrizione a quel corso che la Roma ha un dannato bisogno di frequentare.
E da cui imparare di più nelle due occasioni precedenti avrebbe fatto molto comodo, perché l’ipotesi di giocarsi il tutto per tutto nel maledetto playoff è tutt’altro che peregrina e ad aspettare eventualmente i giallorossi ci saranno avversari non certo di basso cabotaggio. Il pareggio di lunedì col Bologna (e soprattutto i tanti punti gettati al vento nel girone d’andata) ha smorzato le fantasie di un arrivo al secondo posto ancora possibile, che però, con soli 18 punti a disposizione e 6 da recuperare sul Napoli rischia di rimanere utopia. A prescindere da come finirà al Meazza tra la squadra di Sarri e l'Inter, da qui al 15 maggio ogni partita sarà un piccolo playoff, quantomeno come margine d’errore disponibile: zero.