Roma ha trovato il suo poeta
Come scriveva Pasolini, “ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del «goal». Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità”. Roma ha trovato il suo poeta, il giocatore capace di riaccendere l'entusiasmo della gente, gli animi dei tifosi. Due gol, un assist, ma soprattutto tanto entusiasmo e tanta voglia di ricominciare a essere un campione, dopo l'ultima stagione a Manchester non proprio da incorniciare. Dzeko impiega 4 minuti per far innamorare i suoi nuovi tifosi, prima di scoccare un destro che si avventa sul portiere avversario trafiggendolo. Il boato fa tremare l'Olimpico, proprio come al momento dello sbarco a Fiumicino, con lo scalo romano attraversato da uno sciame di tifosi ebbro di passione e di voglia di ricominciare a sperare. Il centravanti è un simbolo, è un sogno, è colui che fa gol, è il senso estetico del calcio. Alla Roma mancava da troppo tempo.
Il calcio d'agosto conta relativamente, lo ripetiamo da settimane. Da registrare semplicemente un calcio fatto di fraseggi, palla a terra, movimenti senza il pallone e pressing. In avanti tutto sembra funzionare alla perfezione mentre in difesa bisognerà lavorare ancora tanto.
Garcia ha fatto capire di avere poco tempo per sistemare la situazione, anche perché né il terzino né i centrali sono ancora arrivati e tra poco più di una settimana inizia il campionato. Il tempo stringe.