Roma da grandi serate, a Torino con la testa sgombra
Se il campionato si decidesse nei big match, la Roma avrebbe già conquistato mezzo scudetto. Oltre alla vittoria contro il Milan, infatti, i giallorossi hanno preso i 3 punti nel derby, contro l'Inter e contro il Napoli. Manca solo la Juventus ma già così si può dire come la Roma si trovi a suo agio nelle grandi serate. Quando i riflettori sono tutti puntati su di lei, la squadra giallorossa tira fuori il meglio sul piano del gioco, della giocata individuale, del colpo di genio e soprattutto della lotta: “Partite così lo scorso anno non l'avremmo mai vinte”, ha sentenziato Nainggolan a fine gara. Vero, come è vero che la Roma debba lavorare tanto per essere al top. Lavorare sulla continuità, la continuità di gioco ma soprattutto di concentrazione, sia nell'arco della stessa partita, sia nell'arco di più partite. Contro il Milan, la squadra di Spalletti è stata attenta, ha lottato, corso, sudato, ha graffiato l'avversario, ha aspettato il momento più opportuno e, come il Milan ha scoperto il fianco, l'ha azzannato con la ferocia di una bestia affamata. Se la Roma avesse sempre questa attitudine, le probabilità scudetto si alzerebbero istantaneamente. Spalletti ci sta lavorando, bisogna ammetterlo.
Rispetto all'anno scorso è tutta un'altra musica. Il dicembre nero di Rudi Garcia vide il suo culmine con la sconfitta di Coppa Italia contro lo Spezia, con una squadra molle, spenta, incapace di difendersi e di reagire. È passato un anno ma sembra passata una vita. Nelle ultime 10 gare, i giallorossi hanno inanellato 8 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta. I tre punti di vantaggio sulla terza in classifica, il Milan, permetteranno ai capitolini di andare a Torino con la testa sgombra, a giocarsela senza ansie e con entusiasmo. La Juventus è la più forte di tutte, sia tecnicamente e sia, soprattutto, mentalmente. Servirà una Roma perfetta per fare risultato. Servirà la grinta di Nainggolan, la determinazione di Dzeko del secondo tempo, la rabbia di De Rossi, l'attenzione di Fazio, la concentrazione di Manolas, lo strapotere fisico di Rüdiger, il sacrificio di Perotti e, perché no, il colpo di genio di Francesco Totti.