Ricominciare a correre
Non correre, correre poco, correre male, correre a vuoto: tante le descrizioni di una condizione atletica che, prima della sosta, non è sembrata adeguata, pur con tutte le attenuanti del caso. Monocorde contro il Torino, in netto ritardo contro l’Atalanta, spenta o quasi contro il Milan: la Roma da questo punto di vista non ha convinto davvero nessuno, ma c’è un però che non sarà certezza per il futuro, ma che può far vedere il tutto da un diverso punto di vista. Basta riavvolgere il nastro di un po’ più di 365 giorni per rivedere un film non molto diverso, ripensando al secondo tempo di Atalanta-Roma 0-1, al crollo verticale nell’ultima mezz’ora di Roma-Inter 1-3 e al considerevole calo dell’esordio in Champions League contro l’Atletico Madrid, dopo pure aver riposato grazie al rinvio di Sampdoria-Roma.
Tre indizi che non possono costituire prova, ma che possono far ipotizzare come la preparazione possa essere stata impostata alla stessa maniera, con una crescita in autunno (e possibilmente, la speranza di non rivedere un calo così evidente, ma più contenuto - se fisiologico - in inverno); un autunno che permetterà a Di Francesco di sfoderare l’arma che lo scorso anno ha fatto la differenza, quella lunghezza di rosa - accompagnata a più di qualche partita vinta più di nervi che di qualità - che non solo ha permesso alla Roma di non perdere troppo terreno nella prima parte della stagione, ma anche di risultare la squadra più brillante tra quelle in corsa per la Champions League nell’ultima. Ma più che essere brillanti in questa o quella parte della stagione - scelta, per quanto possibile, che spetta al tecnico e al suo staff - conterà che quella parte della stagione in cui la squadra sarà brillante sia il più ampia possibile. E, di certo, questo non lo si può sapere a settembre, ma è un bilancio che andrà fatto più avanti, con la speranza per i giallorossi di farlo con più punti possibile in cascina.