Qualcosa è cambiato
Pinzolo 12 luglio: Luciano Spalletti durante la sua prima conferenza stampa della stagione risponde così sul campionato: “Se si gioca a poker dove a un tavolo c’è un giocatore che ha vinto gli ultimi tornei e che possiede molte fiches e ha la possibilità di gestire la strategia di gioco, come si fa? Ditemelo voi...”.
San Paolo 15 ottobre: dopo aver vinto 1-3 contro il Napoli, Luciano Spalletti abbraccia Jesus e gli dice: “Andiamo a vincere lo scudetto”.
Son passati soltanto 3 mesi e mezzo, ma a Roma dove tutto viene amplificato sembra passata, e alla fine lo è, un'era. Via Zanzi, via Sabatini, dentro Gandini, promosso Massara, tornato Baldini. Sembra una filastrocca quella che ha portato al nuovo ciclo dirigenziale un mix di esperienza ad alti livelli nel calcio che conta e una nuova filosofia di mercato basata sulla statistica. Quello che preme sull'immediato però è il campo. Anche qui dal preliminare contro il Porto a oggi sembra passata un'eternità. La Roma di fine agosto era una squadra allo sbando, la squadra di oggi è seconda in classifica con una striscia di vittorie aperta a quota 4. Qualcosa è cambiato, non c'è dubbio. La sconfitta di Torino o la vittoria contro l'Inter, dipende se voi che leggete siete da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Questo il punto nevralgico della stagione, il crocevia nel quale la Roma ha preso il binario di quelli che sono i 'omportamenti giusti', citando un'espressione cara al mister. Se Spalletti, uomo molto umorale che non si nasconde dietro frasi di circostanza, arriva in preda all'euforia a nominare la parola scudetto, qualcosa è cambiato. Se Edin Dzeko nell'intera passata stagione ha segnato soltanto 8 gol e adesso viaggia a 10 gol in 10 partite, qualcosa è cambiato. Se la squadra, ultimo Florenzi, in queste ultime due partite Perotti, Peres, prima dell'inizio della stagione Marui Rui e Rüdiger, non sta risentendo dell'assenza degli infortunati, o meglio, non sono un alibi al quale aggrapparvisi, ma uno stimolo per compattarsi e tirare fuori quel quid in più, qualcosa è cambiato. Non è cambiato proprio tutto, ogni tanto c'è qualcosa, qualche buccia di banana sulla quale la Roma inciampa e ritorna al punto di partenza (vedi il non saper gestire doppi vantaggi causa black-out mentali). Alla vigilia dell'undicesimo turno di Seria A, la squadra ha la possibilità, con la vittoria di Empoli e un passo falso della Juventus contro il Napoli, di ritrovarsi in cima alla classifica. Questo non vuol dire che la Roma sia alla pari dei penta-campioni d'Italia. Questo vuol dire che in un'annata dove peggior inizio non ci poteva stare tra cessioni eccellenti, mercato che ha deluso le aspettative, primo obiettivo stagionale fallito e infortuni mirati tutti nel reparto difensivo, la squadra è rinata dalle sue ceneri, è viva e lotta per il vertice. Qualcosa è cambiato e i cambiamenti sono una cosa positiva.