Potenza e controllo
Torino, Inter, Napoli. Nelle prossime tre gare di campionato il livello di difficoltà del calendario della Roma subirà una discreta impennata e la squadra di Spalletti si presenta a questo trittico con più punti interrogativi di quelli che si ci si poteva aspettare a inizio stagione. Per un motivo o per l’altro, nessuna delle prime cinque prestazioni stagionali ha convinto al 100% e la più positiva sembra rimanere quella di Firenze, che però è l’unica che non ha fruttato punti. Paradosso di una squadra che ancora non riesce a dare la sensazione di totale controllo della partita anche in situazioni non complicatissime come quelle di un vantaggio in una gara interna, di un doppio vantaggio in una gara esterna o di enorme squilibrio tecnico con l’avversario di turno. La Roma lascia sempre una possibilità a tutti, lo ha pagato in qualche occasione e rischierà maggiormente di farlo quando il livello di chi sta di fronte si alzerà, come accadrà a partire da domenica.
“Non è la difesa, è la squadra”, ha tenuto a sottolineare Luciano Spalletti, e nessuno meglio di lui può aver chiaro questo concetto: non è questione di difendere più o meno solidamente, ma di mettere in campo un sistema di gioco che permetta di minimizzare i rischi e far lavorare il reparto arretrato meno e quindi meglio. Anche contro il Crotone - pur anche a causa di uno schieramento decisamente poco equilibrato, per quanto adatto al contesto - si è ampiamente visto come la Roma non possa mai permettersi di abbassare i giri del motore e a questo andrà trovata una soluzione, perché la stagione è terribilmente lunga e diventa difficile viverla, anche a livello mentale, con in testa il perenne rischio di distruggere quanto si fa di buono in pochi attimi. La potenza c’è, serve ora la capacità di controllo per poter correre con le macchine di più alta cilindrata della Serie A.