Poca brillantezza, si è arreso anche Di Francesco. Cercasi gol, astenersi perditempo
Alla fine, si è arreso anche lui. Eusebio Di Francesco ha ammesso la poca brillantezza della Roma, circostanza negata appena una settimana fa. In realtà, è dal derby dello scorso novembre che la Roma è poco brillante.
Subisce poco, e questo è già qualcosa, ma ha un gioco lento e prevedibile e poi spreca troppo sotto porta, sia che crei tanto e sia che crei poco, come oggi. La Roma si divora gol clamorosi. I giallorossi hanno il settimo attacco in coabitazione con l'Atalanta. Facile prendersela con i gol di Salah, che ovviamente mancano, ma anche Dzeko non sta segnando come lo scorso anno. Tutti gli altri non stanno segnando quanto potrebbero: contro il Sassuolo è andato in gol Pellegrini ma i giallorossi stanno soffrendo tantissimo la carenza di gol dei centrocampisti. E, in attacco, le cose non migliorano. Bisogna sperare che El Shaarawy sia in giornata oppure, oltre a Dzeko, non segna nessuno. Perotti almeno è coerente: lui in carriera ha sempre fatto pochi gol su azione.
Defrel sta pagando il passaggio dalla provincia a una grande squadra, senza contare l'aver dovuto giocare quasi sempre esterno e i molti infortuni subìti. Schick idem, con l'aggravante di dover portare sulle spalle il peso del cartellino più costoso della storia della Roma. Iturbe, per molto meno, si è bruciato. Ünder è acerbo e, se vogliamo, anche sfortunato vista la parte avuta nel gol annullato a Florenzi. Ora la palla va a Di Francesco. Non può lasciar correre le cose, serve qualche correttivo. Ora è ancora tutto in gioco (ad eccezione della Coppa Italia). Ora è ancora possibile intervenire.