Pjanic ha limitato le geometrie di Pirlo, positivo l'esordio di Viviani
La Roma è ancora viva. Contro la capolista Juventus la squadra di Luis Enrique mostra chiari segni di risveglio sfiorando un successo che avrebbe interrotto l’imbattibilità bianconera.
Il pareggio alla fine accontenta i giallorossi, che riconquistano l’applauso dei tifosi, ma devono recriminare per il rigore fallito da Francesco Totti nella ripresa. Sulla parata di Buffon s’infrange la grande occasione per dare forse una svolta decisiva a questa complicata stagione.
Ma la prestazione della Roma è comunque incoraggiante, d’orgoglio e di enorme personalità. Sicuramente una spinta emotiva notevole, a conclusione di una giornata delicata in cui erano rimbalzate voci su una possibile abbandono di Thomas DiBenedetto, sementite poi dal dg Baldini, per incomprensioni con i soci americani.
Tornando al campo e considerando le tante assenze a cui ha dovuto far fronte, per la Roma il pareggio ottenuto con questa Juventus ha un valore doppio. Stekelemburg, incerto sul gol del pareggio, ha evitato da campione la beffa finale. De Rossi sacrificato in difesa si è mostrato all’altezza, grazie anche al supporto dell’ottimo Heinze e dei redivivi Taddei e José Angel. Il suo gol, secondo stagionale, è un bell’auspicio per l’atteso rinnovo del contratto.
In mezzo Pjanic ha limitato le geometrie di Pirlo e l’esordio di Viviani è stato positivo, seppur evidenziando la differenza di passo con la Primavera. Dopo l’apparizione in Europa League ad agosto il ragazzino merita prove ulteriori.
Davanti il ritorno di Totti è un punto di riferimento importante e il numero dieci giallorosso, errore dal dischetto a parte, ha dato la sensazione di poter duettare bene con Osvaldo e Lamela, che da parte loro a volte sono apparsi un po’ troppo individualisti.
A tirar le somme l’1-1 dell’Olimpico, che tiene la Roma a dieci punti dalla zona champions, si potrà valutare meglio dopo le prossime due gare. Il tribolato 2011 romanista si concluderà infatti con una doppia trasferta, prima a Napoli, poi a Bologna nel recupero.
Il calendario non è certo benevolo, ma potrebbe dare una conferma a questi presupposti di rinascita e a Luis Enrique, che dalla squadra, nel momento della verità, ha avuto risposte convincenti: Per ora il progetto può andare avanti.