La stanchezza mentale dei giocatori e i fischi al Peq, la Roma butta un'altra partita
Da Ranieri a Montella. In una settimana cambia il tecnico ma la Roma si fa nuovamente rimontare, non con lo stesso disastroso risultato di Genova ma comunque buttando via due punti contro un Parma sull'orlo di una crisi, ma capace di rimontare due gol grazie alla doppietta di Amauri. Non si può nemmeno dire che sia mancato l'impegno; c'è invece chi parla di una squadra stanca, chi di calo mentale mentre Montella, in conferenza stampa, fa un mix parlando esplicitamente di "stanchezza mentale". C'è chi ripensa alla famigerata frase di Ranieri dello scorso autunno: "Tutti fanno bene la preparazione fisica fino a dicembre. All'inizio, anche un verduraio è in grado di far bene la preparazione. Le differenze si vedono dopo".
La Roma prende tanti, tantissimi gol nell'ultima mezzora. Troppi per una squadra che vuole puntare a qualcosa di importante.
La squadra a metà ripresa sembra mentalmente e fisicamente inferiore a qualsiasi avversario affronti, diventa timorosa, si allunga lasciando troppo spazio tra centrocampo e difesa, permettendo così ad una volenterosa squadra come il Parma di rimontare due gol e di sfiorare l'impresa, con il pallone di Giovinco uscito di pochissimo nel finale. Montella dovrà cercare una soluzione e dovrà farlo alla svelta per non rischiare di buttare completamente la stagione.
Non arrivare nemmeno tra le prime quattro sarebbe un insulto al Dio del calcio e già da Lecce bisogna ripartire, probabilmente senza Pizarro, le cui condizioni saranno valutate nella giornata di oggi con maggiore precisione.
Con il Peq in campo la Roma ha espugnato Bologna e stava vincendo 2-0 contro il Parma. Dopo la sua sostituzione, la Roma è sparita e non è un caso.
C'è chi lo ha addirittura fischiato mentre usciva in barella, rinfacciandogli di non essersi messo a disposizione con Ranieri ma dimenticando che lo stesso ex centrocampista dell'Udinese sia con Spalletti ma anche l'anno scorso con l'ex tecnico della Juventus ha giocato spesso anche quando non avrebbe dovuto, per professionalità e attaccamento alla maglia.