L'ordine naturale delle cose
A Roma complicarsi la vita è un’arte di tradizione quasi secolare, un esercizio mostrato in tutta la sua evidenza anche sabato scorso sul campo del Chievo, con una squadra salva e senza obiettivi come quella di Maran capace di spaventare chi un obiettivo, e che obiettivo, ce l’ha. Uno spavento passato che non sembra però aver più di tanto attecchito nell’ambiente giallorosso, che in questi giorni pensa a tutto tranne che a Roma-Genoa e al premio nascosto dietro ai tre punti. Comprensibile, visto ciò che rappresenterà l’appuntamento di domenica alle 18:00, ma fino a un certo punto: in campo si scenderà con lo stesso scopo delle altre 37 partite e non c’è motivo per cui quello scopo debba essere perseguito in modo diverso. C’è un aggettivo che Luciano Spalletti ha utilizzato per descrivere il modo con cui intende fare le cose in vista di Roma-Genoa: naturale. Un aggettivo non casuale, che vuole sottolineare come, in un ambiente che tanto normale non è, ci sia bisogno di percorrere quest’ultima settimana della stagione senza sbalzi, senza cambiare direzione, puntando solo all’obiettivo. Un secondo posto, tanti soldi in ballo, un pezzo di futuro a breve e medio termine: è comprensibile che all’appassionato, al tifoso, all’innamorato oggi interessi meno, ma il faro deve essere puntato su quello. Spalletti, con le sue dichiarazioni, ha tentato di portare l’attenzione sulla gara, ma quasi nessuno al mondo sarebbe in grado, da solo, di spostarla da ciò che avverrà al fischio finale.
Il nome e cognome di Francesco Totti è indubbiamente più grande di quello di “Genoa Trecinquedue”, il rischio, per quanto piccolo, minuscolo, infinitesimale è quello di trasformare questa grandezza in un ostacolo, un microscopico dosso che può potenzialmente mandare l’auto fuori strada. Servono concentrazione e serenità per non sacrificare sull’altare delle celebrazioni una stagione di lavoro, fatica, di qualche delusione ma che può avere un finale, tutto sommato, soddisfacente. Un sacrificio che non sarebbe, non è neanche necessario, Totti è stato celebrato ripetutamente e lo sarà nei mesi e negli anni a venire. È l’ordine naturale delle cose, basta toccarlo il meno possibile.