L'errore peggiore sarebbe quello di buttare tutto

10.05.2012 20:46 di  Alessandro Carducci   vedi letture
L'errore peggiore sarebbe quello di buttare tutto
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Sembrava una giornata come le altre. Un ozioso pomeriggio di fine stagione, con il mercato che, lentamente, inizia ad ingranare aspettando si chiuda il sipario sul campionato. Le sensazioni sul futuro di Luis Enrique erano da giorni tutte negative (positive, per alcuni, dipende dai punti di vista) quando è giunta la notizia secondo cui il tecnico asturiano aveva comunicato alla squadra che non sarebbe rimasto a Roma. La notizia ha fatto velocemente il giro della rete coinvolgendo in brevissimo tempo tutta la città. Era un divorzio annunciato, certo, ma le immagini in cui mestamente l'allenatore spagnolo ha spiegato alla squadra il suo addio sono state la certificazione del fallimento di quest'anno. Luis Enrique, solo pochi giorni fa, aveva ammesso di non sapere se avrebbe potuto reggere le pressioni che qualunque grande squadra deve sopportare. Lui, uomo vero in mezzo a tante figurine,aveva sempre dichiarato di non voler diventare un peso per nessuno e il prossimo anno, alla prima sconfitta, sarebbero arrivate le critiche, forse anche le contestazioni dopo una stagione, questa, per molti versi surreale e difficile da digerire per il tifoso romanista.

Il tecnico spagnolo è sempre stato sicuro di sé, e delle sue idee, ma le ultime settimane devono aver incrinato quella corazza che si era costruito per estraniarsi dal mondo esterno e dalle critiche della stampa. Il video di Roma Channel ha mostrato una squadra attonita, stretta attorno al tecnico per ascoltare in silenzio le poche parole dell'allenatore, con Sabatini e Baldini che hanno assistito alla scena dalla terrazza, consci di come la fiamma rivoluzionaria portata da Luis Enrique si sia spenta e di come tocchi a loro ora riaccenderla. Ripartendo, da subito. Con idee, come fatto lo scorso giugno, con voglia e con la stessa determinazione nel voler continuare per la propria strada. Nel far crescere un'idea nata l'anno scorso, abbozzata dal tecnico spagnolo e che ora non può, e non deve, essere sacrificata e accantonata.