L'arte di sostituire

Nato a San Severino Marche (MC) il 16 agosto 1990, è vicedirettore di Vocegiallorossa.it ed editorialista per Tuttonazionali.com. Collabora con TMW Radio con collegamenti quotidiani.
16.06.2016 22:52 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
L'arte di sostituire

Partito Pjanić, Luciano Spalletti ha tracciato la linea: “Dopo l’infortunio di Rüdiger sicuramente dobbiamo lavorare sulla difesa”. E al di là dell’aspetto tecnico, le ragioni del diktat del tecnico sono numeriche, quasi sabermetriche: la Roma non può permettersi di acquistare un unico calciatore che, da solo, restituisca i 12 gol e 13 assist forniti dal bosniaco nell’ultima stagione. La situazione non è dissimile da quella raccontata nel libro, poi diventato film, Moneyball - L’arte di vincere, ormai diventato metafora di riferimento per spiegare qualsiasi situazione riguardante una squadra con meno capacità economiche rispetto alle proprie avversarie. Nella pellicola diretta da Bennett Miller si vede come Billy Beane, general manager di una piccola franchigia del baseball americano come gli Oakland Athletics, si trovi a dover sostituire la sua stella Jason Giambi, passato ai grandi New York Yankees, con un budget quasi inesistente: l’idea del dirigente non è quella di cercare un giocatore col suo stesso talento, ma di ricreare i suoi numeri (nello specifico, la sua on-base percentage, la sua capacità di guadagnare basi) con l’acquisto di tre elementi da sommare tra loro.

Questa strada, nel calcio, è decisamente meno percorribile per diversi ovvi motivi (struttura del gioco, numero dei giocatori utilizzabili), ma, ripensando a ciò che ha affermato Luciano Spalletti, la Roma può comunque lavorare sui propri numeri per migliorare il proprio rendimento. E se recuperare 12 gol provenienti dal centrocampo è impresa ardua, limare qualcosa delle 41 reti subite in 38 partite non solo è l’obiettivo con maggior margine di riuscita, ma anche quello da perseguire con più veemenza, a prescindere dalle vicende di calciomercato. Nelle passate sessioni di calciomercato, Sabatini si è dimostrato generalmente valido nell’ammortizzare pure perdite di talento pescando giocatori di livello simile a condizioni favorevoli, questa volta dovrà probabilmente attuare un diverso modus operandi, che privilegi il prodotto rispetto ai singoli fattori che lo compongono. Spalletti lo ha definito “un fuoriclasse” e presto, a sua volta, dovrà essere sostituito da uno possibilmente bravo quanto lui, se non di più: un’arte, quella del sostituire, fondamentale e irrinunciabile quando si hanno meno risorse degli altri.