Il pianto silenzioso che sconquassa qualsiasi tifoso romanista. La sensazione che, almeno per una notte, tutto sia tornato al suo posto
Chi non era presente allo stadio Olimpico non potrà mai capire cosa sia accaduto. Non potrà mai comprendere, assaporare tutte le emozioni che un banalissimo Roma-Torino ha regalato al calcio. Perché qui non si tratta solo di Roma ma del calcio, dello sport in generale. Un sussulto, un nodo in gola che ogni romanista deve aver provato vedendo la genuina e spontanea esultanza di un ragazzetto di quasi 40 anni, che è andato correre e festeggiare con i suoi tifosi, con la sua gente, circondato dai suoi giocatori. Spalletti non è andato a montargli sopra dalla gioia (come ha detto che avrebbe fatto se Totti avesse ribaltato la gara contro l'Atalanta) ma ha ammesso di aver inserito tardivamente Totti in campo. Meglio di nulla.
Comunque dovesse finire questa vicenda, nella storia rimarrà una serata pazzesca: una Roma sull'orlo di una crisi di nervi che ha ritrovato il sorriso solo quando lui, quel ragazzetto di quasi 40 anni, è entrato in campo con l'entusiasmo di un bambino e la classe di un campione. Nessuno sa cosa succederà adesso: pensare ora a cosa potrebbe accadere tra un mese sarebbe straziante. Stasera un pianto silenzioso sconquassa qualsiasi tifoso romanista. C'è come la sensazione che, almeno per una notte, tutto sia tornato al suo posto.
Che tutta questa vicenda sia stata solo un brutto sogno. Che, in fondo, Totti sia ancora un giovanotto e chissà per quanti anni ancora potrà abbracciare la sua curva.
Domani è il Natale di Roma e non può essere una coincidenza che la vigilia abbia regalato alla gente di Roma una serata simile.
Nel momento forse più basso del rapporto Totti-Spalletti-Pallotta, nella partita in cui lui il Capitano romanista ha meno minuti del solito, nel momento in cui tutto sembrava perduto, bastano tre minuti per ritrovare i tre punti, il sorriso e la voglia di sognare. E di non svegliarsi.