Fare con quello che si ha
Arrivati ormai a poco più di una settimana dall’inizio della stagione e a meno di una settimana dalla fine del calciomercato, ci si può essere fatti un’idea di quella che sarà la Roma dell’annata che va iniziando e di ciò che manca per provare a completarla prima del gong alle trattative. È anche vero che di affari Monchi ne ha portati a termine parecchi ed è principalmente su quelli che Di Francesco dovrà fare affidamento certamente per il primo impegno contro il Torino, ma forse anche per quello contro l’Atalanta, se non anche quello contro il Milan. Pur ammettendo quella che al momento è solo un’ipotesi, vale a dire che si chiuda per uno o due nuovi elementi, il loro inserimento nella rosa potrebbe non essere così immediato. Lo dimostrano le amichevoli statunitensi, che hanno fatto vedere alcuni dei nuovi innesti già in discreto agio e altri, magari in zone più nevralgiche del campo, che ancora devono assorbire determinati meccanismi di un sistema sì riconoscibile, ma dipendente da sottili equilibri come quello di Di Francesco.
Un sistema che, tra l’altro, si andrà a modificare rispetto all’anno scorso, con un’aggiunta di qualità in mediana che potrebbe far perdere in forza e dinamismo, un sistema quindi da ribilanciare con il primo obiettivo di non passare più periodi come quello invernale della scorsa stagione, stando però attenti a non perdere anche parte della buona solidità difensiva vista fino a maggio, già depauperata dalla cessione di Alisson. Il tecnico, dunque, dovrà fare con quello che ha: l’equivoco da sciogliere immediatamente è che quello che ha non è poco, ed è stato arricchito il prima possibile nel miglior modo possibile. Se a inizio mercato era palpabile un entusiasmo per una serie di acquisti fatti con grande rapidità, utili a mettere subito a disposizione di Di Francesco subito gran parte della rosa con cui lavorare, quell’entusiasmo non può disperdersi perché ora altre squadre concludono trattative che magari non hanno concluso prima. Sarebbe una evidente contraddizione. Nei pochi giorni rimasti, Monchi continuerà a lavorare per completare la sua opera, già abbondante ma ancora migliorabile, nel frattempo bisognerà accontentarsi del tanto che già c’è.