La gara vista dalla curva - La Roma perde il derby di Coppa Italia di fronte a quasi 30000 giallorossi
La Roma perde derby, Coppa Italia e accesso all'Europa League in un sol colpo, soccombendo alla rete siglata da Lulic al 71' che consegna il trofeo alla Lazio, vanificando così anche gli sforzi profusi da una curva (unitamente ai sostenitori presenti in Monte Mario) fantastica nel riempire e colorare i seggiolini a propria disposizione. Impossibile far cadere uno spillo in Sud, diversi invece i vuoti visibili nel settore di Tribuna Tevere, riservato ai biancocelesti.
La giornata, lunghissima, del tifoso romanista inizia alle 14.30: ben tre ore e mezza prima del fischio d'inizio di una gara che avrebbe potuto cancellare, o quantomeno rendere meno amare le delusioni maturate negli ultimi due anni, sono moltissime le persone presenti nella zona adiacente allo Stadio Olimpico che iniziano la tortuosa procedura d'accesso, presidiata dalle forze dell'ordine, con un primo prefiltraggio addirittura all'Obelisco. Ottimo l'impatto visivo del settore, dovuto alla moltitudine di magliette della formazione capitolina sfoggiate dalla maggior parte dei presenti, che si avvicina molto al tanto decantato muro del Borussia Dortmund, sebbene impossibile da replicare per la struttura dell'impianto.
Sulle note di "We will rock you", fanno il loro ingresso in campo Totti e compagni, i quali svolgono la prima parte del riscaldamento proprio sotto la Sud, che inizia ad incitare i propri beniamini, imitati poco dopo dalla squadra biancazzurra, accompagnata dagli Oasis e dalla loro "Morning glory". Per rimanere in ambito musicale, è il coreano Psy, autore della hit internazionale "Gangnam style" ad esibirsi alle ore 17, ma la sua performance è totalmente subissata dai fischi dei circa 55000 presenti all'Olimpico, come del resto già preannunciato negli scorsi giorni. Partecipazione invece per l'inno d'Italia, eseguito a cappella da Malika Ayane.
Numerosi gli striscioni mostrati prima del definitivo ingresso in campo delle squadre inneggianti principalmente alla tanto bramata stella d'argento, vera e propria ossessione per tutti i supporter capitolini: affascinante la scelta di accendere fumogeni gialli e rossi, accompagnati dalla scritta: "ll cielo si oscurò con i colori di Roma", nel momento clou del prepartita. Il primo tempo è molto contratto, tanto in campo quanto sugli spalti, nonostante i reiterati tentativi di scuotere i ragazzi giallorossi, a dimostrazione della grande ansia che regna sovrana su tutti quanti, e che mozza respiro e fiato, portando ad una gara assolutamente non spettacolare, con una Roma lontana anni luce dall'area della porta difesa da Marchetti.
La seconda frazione inizia con il massimo sforzo di pubblico e squadra, uscita dall'intervallo con un piglio diverso ed un modo di fare più aggreessivo: sarà solo un fuoco di paglia. Al 71' l'azione che decide il match, con Candreva che brucia Balzaretti e il tentativo di recupero di De Rossi, prima di mettere un pallone a mezza altezza smanacciato da Lobont sui piedi di Lulic, che deve solo correggere in rete la traiettoria del compagno di squadra. La Roma avrebbe subito l'occasione per pareggiare, ma l'estremo difensore biancoceleste si supera sulla punizione scodellata verso la porta da Totti. Ci si attenderebbe una vera e propria reazione d'orgoglio ma in questa occasione invece di reagire, la compagine di Aurelio Andreazzoli si limita a gettarsi in avanti senza troppo criterio, intasando gli spazi e portando l'incontro verso l'epilogo più triste e amaro possibile, dinnanzi a spettatori increduli, inermi di fronte a tutto questo, senza voce e forza di credere ad un miracolo che puntualmente non si verificherà. Cala così il sipario, in questa degna cornice di un biennio deludente, sulla stagione 2012/2013, che segna la nuova esclusione dall'Europa della Roma, in attesa di tempi migliori.