Rosella dice no e chiede tre garanzie tra cui "Non smantellare la Roma" VIDEO
Di seguito riportiamo la rassegna stampa odierna in merito all'arbitrato che vede protagonisti Italpetroli ed UniCredit. Ieri ci si attendeva un passo avanti su un possibile accordo tra le parti, ma è stato tutto rimandato a giovedì 8 luglio.
IL ROMANISTA: ieri dopo 5 ore di colloquio l’incontro tra Unicredit e Compagnia Italpetroli è stato interrotto. Per ora nessun accordo, si riprenderà giovedì alle ore 18.00. Avrebbero dovuto trovare un accordo entro la giornata ma cosi non è stato. «Non si può dire che sia stato trovato un accordo, perché non è vero», commenta l’avvocato Gambino ma «C’è la volontà da ambo le parti di collaborare per chiudere». La banca infatti non ha intenzione di gestire la Roma e vorrebbe affidare il compito a Rosella Sensi. La Sensi però ha chiesto garanzie precise perché la banca non smantelli la squadra. La banca invece vuole imporre delle condizioni che non le consentirebbero di muoversi liberamente. Se non verranno accettate queste condizioni si andrà all’arbitrato. In mattinata si aprirà l’assemblea di Compagnia Italpetroli per l’approvazione del bilancio sotto richiesta della Consob, il titolo giallorosso è finito nel mirino degli speculatori. Per ora non resta che stare a guardare ed aspettare.
IL MESSAGGERO: Sul futuro della Roma per ora poche certezze. Qualora si trovasse un accordo, cosa più probabile, il mandato a vendere sarebbe affidato a Rothschild ma non si esclude anche Mediobanca ingaggiata lo scorso anno da Italpetroli per trovare una sistemazione allo stato di tensione finanziaria. Per ora c’è un accordo di massima di lasciare ai Sensi immobili per 30 milioni. Manca però una lista completa delle proprietà immobiliari di Italpetroli condivisa anche da Unicredit. L’accordo è necessario come richiesto dai revisori di Bdo anche se la seduta di domani per l’approvazione del bilancio si protrarrà probabilmente fino a venerdì giorno dopo la tanto attesa firma di Giovedi. Le ultime voci vogliono diversi nomi al comando della futura Roma, ma chi è veramente interessato? Tra i tanti uno dei più quotati è quello di Francesco Angelini che con il suo gruppo produce Tachipirina, Momendol, Moment, Tantum Verde e Amuchina. Ama il bridge e la Roma ed ha tre figlie femmine. Angelini qualora volesse la Roma la prenderebbe da solo. Si era parlato anche dei Toti, che però hanno sempre smentito. Alla base della cordata romana si è fatto anche il nome di Giampaolo Angelucci. In terra straniera invece si parla di un fondo americano: Higland Capital Partners, che ha il quartier generale a Lexington (Massachusetts) e sedi in California, Ginevra e Shangai. Notizia già smentita.
IL TEMPO: «Non è un rinvio, ma una sospensione». Esordisce cosi Cesare Ruperto all’uscita della riunione. I lavori dopo 4 ore si sono interotti. La Sensi ha accettato di fare il ruolo di «traghettatrice» ma ha chiesto ulteriori garanzie. L’intoppo c’è ma è già partita la caccia al successore. La vendita della Roma sarà gestita da Rotschild con un mandato affidato da Unicredit. L’Agi riporta che una cordata di imprenditori guidata dalla famiglia Angelucci sarebbe interessata all’acquisto ma fino alla firma ogni discorso andrà preso in considerazione successivamente. Ruperto ha aggiunto che «Credevamo di finire ma non ce l’abbiamo fatta. Il ruolo della Sensi nella Roma non c’entra, non ci sono dissensi. C’è grande collaborazione tra le parti, stiamo proseguendo nella "puntuazione": questo è il termine tecnico. Il lodo arbitrale è scongiurato? Fino a quando non firma, no. Comunque non ci saranno ulteriori rinvii: credo che giovedì si chiude. Perché non prima? Era il primo giorno disponibile da una parte e dall’altra». La Consob ha chiesto un comunicato alla società giallorossa che arriverà stamattina, prima dell’apertura delle contrattazioni. Sul fronte Roma bloccate le operazioni di mercato.
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Di seguito il video realizzato ieri sera al termine dell'incontro