Inter con l'Atalanta a caccia dei tre punti
Lo storico successo contro il Barcellona è lontano solo tre giorni, ed è già cominciato il conto alla rovescia per il ritorno al Camp Nou di mercoledì prossimo, dove in palio c'è la finale di Champions League. Ma l'Inter deve dimenticarsi di tutto questo. Domani al Meazza arriva l'Atalanta e i tre punti sono indispensabili per mettere pressione alla Roma, impegnata domenica contro la Sampdoria, e tentare il controsorpasso in vetta alla classifica. Contro l'Atalanta, che ha meno della metà dei punti di Zanetti e compagni e lotta per salvarsi, sono sconsigliabili cali di intensità. E non è in vista un massiccio turn over. L'unico escluso dai convocati è Pandev, con qualche problema muscolare. Dopo le scuse per la maglia gettata a terra martedì, Josè Mourinho potrebbe dare spazio da subito a Balotelli, anche per fare riposare Milito. A centrocampo partirà titolare Stankovic, che sarà squalificato al Camp Nou. E non è escluso che possa giocare anche Maicon, nonostante abbia saltato gli ultimi allenamenti per la ricostruzione del dente incisivo rotto in un contrasto con Messi.
Insomma, sarà la migliore Inter possibile. Da qui alla fine del campionato restano quattro giornate, 12 punti a disposizione. Mourinho vuole fare bottino pieno, consapevole che questo può essere l'unico modo per spuntarla nel rush con i giallorossi. La Champions è un traguardo ambito da anni, dai tifosi e dalla società, perchè l'ultima in bacheca risale al 1965. Lo scudetto, invece, sarebbe il quinto di fila nel palmares interista, ma nè Massimo Moratti nè la squadra si sentono sazi. E sentono che il 18/o titolo nazionale avrebbe un sapore speciale. Innanzitutto perchè per la prima volta nel dopo calciopoli i nerazzurri hanno avuto fino in fondo due rivali per lo scudetto: non solo la Roma, ora in testa con un punto di vantaggio, ma anche il Milan, che ha si è tenuta a contatto fino a settimana scorsa e matematicamente può ancora sperare nell'impresa. Ma, per dirla con Josè Mourinho, quella dell'Inter è una corsa «contro molte cose», non contro questa o quella squadra. Il suo gesto delle manette resterà il simbolo di questa stagione, ricca di polemiche e veleni: dallo spostamento dei calendari prima del derby alle squalifiche, dalle diatribe con la stampa a quelle con qualche collega allenatore e persino con qualche presidente. Da ultima il portoghese ha criticato l'ammenda da 20 mila euro inflitta al capitano romanista Totti per i pollici all'ingiù dopo il derby, ben più mite delle tre giornate di squalifica scontate per le manette. «Due pesi e due misure», ha osservato ieri l'ad nerazzurro Ernesto Paolillo: «Il modo migliore per ribattere a queste cose è vincere sul campo».