Beretta: "Contratto collettivo? Siamo ancora lontani"

09.08.2011 12:50 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: Radio IES
Beretta: "Contratto collettivo? Siamo ancora lontani"
Vocegiallorossa.it
© foto di Andrea Ninni/Image Sport

Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, è intervenuto ai microfoni di Radio IES parlando dell’intricata situazione riguardante il rinnovo del contratto collettivo dei calciatori:

“Come tutti sanno siamo alla ricerca dell'accordo, ma c'è bisogno della volontà di entrambi. L'accordo collettivo si deve trovare, ma non possiamo fare delle scelte a tutti i costi; serve un punto d'incontro, con uno sforzo da ambo le parti”.

Tommasi si è detto ottimista data la vicinanza delle parti.
“No ancora non siamo cosi vicini. A Dicembre sembrava di essere arrivati ad una conciliazione, ma non sono state rispettate alcune proposte. Prima di partire dobbiamo definire il tutto; non si può partire con una parte del contratto ancora da definire. Ci volevamo incontrare per il sorteggio dei calendari di Serie B, ma l'Associazione Calciatori non ha voluto. Rimangono fermi sulle loro condizioni e così non si firma”.

L'assemblea del 19 può essere risolutiva?
“L'assemblea del 19 agosto era fissata per altri adempimenti, ma si può valutare tutte le situazioni sperando di avere qualcosa di nuovo per quella data. Il punto di fondo è l'articolo 7, ovvero il modello su cui si costruiscono gli allenamenti. Noi crediamo che debba essere lasciata la responsabilità organizzativa allo staff tecnico con dei requisiti qualitativi garantiti. Su questo si erano creati anche contenziosi a livello economico per le società”.

Rose troppo lunghe?
“I contratti sono molto rigidi, quando non si riesce a sostituire si allarga la rosa aggiungendo calciatori. Con i molti impegni, più le nazionali, il problema delle rose va visto in maniera serena, le rose ampie potrebbero essere considerate in chiave positiva anche dai calciatori. Bisogna organizzare bene però il lavoro per gli allenamenti”.

Posizione demagogica o altro? Zamparini critica l'Associazione vista la crisi economica che imperversa nel paese.
“Noi stiamo parlando di 800 giocatori della serie A con stipendio medio di 1 mln di euro l'anno, se escludiamo i giovani saliamo a 1,3 mln. Fare un discorso di tutela dei diritti, dove tutti sono legati al risultato non può andar bene. Non far partire il campionato per questi motivi sembra impensabile. I prezzi li fa il mercato, quindi non sono scandalizzato dalle retribuzioni, non si può avere però una retribuzione da Amministratore Delegato e rivendicazioni da metalmeccanico. Siamo tra i primi tre campionati in Europa ed è giusto avere determinate retribuzioni, ma vanno affrontaste con buon senso, senza scadere nella demagogia.

Il 19 si può mediare da parte vostra?
“Onestamente dipende dai presidenti, questo è un punto irrinunciabile. Questo è il punto di fondo. La Lega è tutta schierata all'unanimità”.

Senza apertura si rischia seriamente di non giocare?
“Questo è un problema che sta nelle mani dell'Associazione calciatori. Credo sia un errore molto grave che la gente non capirebbe, anche perché il 90 % del contratto è stato scritto in maniera innovativa e siamo convinti che sia un passo in avanti per il mondo del calcio a medio termine”.

Sarebbe difficile trovare nuove date se saltasse il 28?
“Farebbe fare a tutti una cattiva figura e rischierebbe di complicare la parte organizzativa. Non darebbe grandi risultati ma complicherebbe anche l'immagine all'estero. Dico che prima di sparare col bazooka bisognerebbe sedersi e parlarne”.