Scacco Matto - Roma-Sassuolo 1-1, le variazioni di Pellegrini non cambiano lo spartito
La Roma non riparte: col Sassuolo finisce 1-1, punteggio determinato dalle reti di Lorenzo Pellegrini e Simone Missiroli.
LE SCELTE - Dopo averlo lasciato in panchina nel match contro la Juventus, Eusebio Di Francesco sceglie nuovamente Patrik Schick dal primo minuto, facendogli completare il tridente con Edin Džeko e Diego Perotti. Un cambio anche a centrocampo rispetto all’Allianz Stadium, con Lorenzo Pellegrini al posto di Kevin Strootman insieme a Daniele De Rossi e Radja Nainggolan; tutto confermato invece in difesa, con Alisson protetto da Alessandro Florenzi, Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Aleksandar Kolarov. Giuseppe Iachini perde Domenico Berardi nella rifinitura ma non cambia modulo, proponendo un 4-3-3 con Matteo Politano, Diego Falcinelli e Antonino Ragusa di punta.
PELLEGRINI SUPERSTAR - A dispetto del modulo con tre attaccanti veri, il Sassuolo si presenta all’Olimpico con l’ovvio obiettivo di intasare gli spazi e lanciare i propri velocisti. Specialmente al centro la Roma fatica a manovrare, non avvicinando neanche la zona di trequarti, ideale per giocare quell’ultimo passaggio spesso mancato negli ultimi tempi: non riescono a conquistarlo, infatti, né Edin Džeko, più attivo rispetto alle ultime gare, né Lorenzo Pellegrini. L’ex della gara, però, riesce a fare la differenza grazie al suo continuo movimento lungo tutto il fronte e al suo lavoro multiplo in fase offensiva: nel primo tempo, infatti, lo si vede venire indietro a prendere il primo pallone per iniziare la manovra, dialogare con il terzino di riferimento e allargarsi per andare al cross, soluzione inizialmente preferita da entrambe le parti visto il traffico al centro. E non è un caso che sia lui a sbloccare il punteggio, in una delle poche occasioni in cui la Roma riesce a manovrare a ridosso dell’area avversaria: il movimento di Schick da destra al centro concentra l’intero pacchetto arretrato del Sassuolo su un lato, liberando lo spazio puntualmente occupato dal centrocampista, abile a sfruttare l’assistenza da pivot cestistico di Džeko.
RESA ANTICIPATA - Dopo l’intervallo non c’è Manōlas, vittima di problemi fisici già nel primo tempo, sostituito da Juan Jesus; il cambio pesante è quello che però Di Francesco opera dopo appena 5 minuti del secondo tempo, richiamando Patrik Schick, inserendo Stephan El Shaarawy e determinando la non riuscita, sicuramente momentanea, forse definitiva, dell’esperimento con il ceco a destra, decisamente poco a suo agio.
PIÙ SPAZI, MA PER ENTRAMBE - Non che col Faraone, sistemato a destra, le cose cambino: eppure di spazi per colpire ce ne sono, perché il Sassuolo deve inseguire e Iachini manda nella mischia Alessandro Matri per Ragusa, spostando Falcinelli prima a sinistra e poi a destra, con Politano ovviamente protagonista di variazioni opposte. Anche la Roma, però, si allunga, e non riesce a far sua sul piano del gioco la partita, che diventa un ping-pong poco sensato e poco qualitativo. I giallorossi, oltretutto non difendono bene sul loro lato destro, con Florenzi spesso lasciato solo da un Pellegrini calato rispetto al primo tempo e mai aiutato da El Shaarawy, contro l’esterno di turno e Alfred Duncan, in vantaggio anche di fisico rispetto al rivale.
ERRORE (ANCORA) FATALE - Il ghanese viene sostituito da Luca Mazzitelli, con un centrocampo ora formato da uno schermo, Francesco Magnanelli, e due incursori, l’ex romanista e Simone Missiroli. L’area giallorossa si rimepie maggiormente ed è fatale un errore in marcatura di Jesus, che su un cross da sinistra si lascia sfuggire proprio il numero 7 che batte Alisson di testa. La risposta di Di Francesco è la solita: dentro Cengiz Under e 4-2-4 finale, stavolta col turco a destra, El Shaarawy a sinistra e Perotti, già impegnato a creare da solo superiorità venendo, come sempre, a prendersi il pallone anche a metà campo. L’intensità sale, i cross aumentano ma di chance vere non ne arrivano, gol annullato giustamente dal VAR a parte: i mancati miglioramenti continano a riflettersi nei risultati deficitari delle ultime gare.