Scacco Matto - Palermo-Roma 0-3, Spalletti guida con linearità gli altri giallorossi
La Roma torna a vincere: El Shaarawy, Džeko e Bruno Peres stendono il Palermo, mantenendo i due punti di vantaggio sul Napoli.
LE SCELTE - Per questa partita, Luciano Spalletti sceglie di ruotare diversi giocatori: davanti a Wojciech Szczęsny ci sono Antonio Rüdiger, Federico Fazio e Juan Jesus (Manōlas è squalificato), con Bruno Peres e Mario Rui, all’esordio da titolare in campionato, sugli esterni. Leandro Paredes e Clément Grenier (anche lui all’esordio dal primo minuto) in mediana, mentre davanti a Mohamed Salah e Radja Nainggolan c’è Stephan El Shaarawy, con Edin Džeko che siede in panchina. Ilija Nestorovski è il riferimento offensivo del 4-2-3-1 del Palermo, con Roland Sallai, Bruno Henrique e Carlos Embalo alle sue spalle.
TERRITORIO OSTILE - I due moduli suggeriscono dove ognuna delle due squadra ha migliori possibilità di agire. La Roma, con Nainggolan che in fase difensiva si allinea ai due centrocampisti, ha la ovvia superiorità al centro, mentre il Palermo preferisce le fasce laterali, dove può contare sul due contro uno su entrambi i lati e da dove può aggirare il blocco forzato dai tre difensori centrali e dai mediani. Le prime battute di gara vedono i rosanero cercare proprio quel fazzoletto di campo ai fianchi dei centrali laterali, aggredendo quella zona con Michael Morganella e Haitam Aleesami. Proprio da un'azione di questo tipo condotta sul lato sinistro arriva il gol poi annullato a Nestorovski, con Rüdiger messo in difficoltà in quella e in altre occasioni.
SECCHIATA D’ACQUA - I giallorossi, spesso, sulle fasce ci finiscono per inerzia e Mario Rui tenta anche più di un traversone di utilità relativa, vista l’assenza di un riferimento offensivo di peso. Per passare centralmente servono qualità in fase di palleggio e movimento senza palla: Grenier (4 passaggi chiave e 9 palloni recuperati, primatista di squadra del match) serve un cioccolatino a El Shaarawy, perso da un Morganella evidentemente in difficoltà nello svolgere le due fasi con egual intensità, e mette dentro l’1-0. Il gol è una secchiata d’acqua sulle ambizioni del Palermo del primo tempo: i padroni di casa non riescono più ad aggredire, neanche timidamente, il primo possesso guidato dai difensori della Roma e rinunciano del tutto a pressare nella propria metà campo, agevolando il giropalla della squadra in maglia bianca fino alla fine del primo tempo.
ENERGIA DAI DIAMANTI - Diego Lopez non può continuare così e all’intervallo lascia fuori Embolo, buttando nella mischia Alessandro Diamanti. Il modulo diventa un 3-5-2, in cui il contributo su una corsia, quella di sinistra, è assicurato dal nuovo entrato che copre quella porzione di campo con più libertà, ma oltre a questo cambia anche l’atteggiamento, visto che i due interni di centrocampo aggrediscono i due centrali laterali della Roma, che comincia ad andare progressivamente più in difficoltà, prima lasciando il pallone ai padroni di casa e poi faticando anche a uscire in contropiede.
EDIN L’ANTIDOTO - La situazione suggerirebbe l’inserimento di un centrocampista per pareggiare la situazione numerica senza costringere Nainggolan al doppio lavoro. Spalletti, invece, un centrocampista lo leva (Grenier, ammonito così come Paredes) per inserire Edin Džeko, utile per alleggerire la pressione. Scopo raggiunto fino a un certo punto, e infatti il secondo ingresso, successivo a quello di Simone Lo Faso per Bruno Henrique, è quello di Kevin Strootman, che sostituisce Stephan El Shaarawy. La connessione col gol del 2-0, firmato proprio da Džeko su un lancio lungo, è certamente relativa, ma il maggiore equilibrio in campo è comunque più congeniale per condurre il resto della gara. Nel finale entra anche Daniele De Rossi per Salah, con Bruno Peres che segna il 3-0 nel recupero di una partita giocata in modo lineare e coerente al contesto e agli uomini utilizzati, seppur contro un avversario (eufemismo) non eccezionale.