Il Pagellone del 2023

01.01.2024 19:50 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Il Pagellone del 2023
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Rui Patricio 5,5: molto bene nella prima parte dell’anno solare, con alcuni picchi nelle gare contro Napoli, Juventus e Real Sociedad. In generale, fino ad aprile sembrava tornato su ottimi livelli. Nella seconda parte del 2023, invece, alterna prestazioni discrete a qualche incertezza di troppo. A giugno scade il suo contratto e l’impressione è questa che possa essere l’ultima stagione con la maglia della Roma.

Svilar 6: praticamente inoperoso nella prima parte dell’anno, gioca invece titolare in tutto il girone dell’Europa League di questa stagione, mostrando incoraggianti segnali di crescita. 

Boer SV: mai utilizzato, il che significa che Rui Patricio e Svilar hanno goduto di buona salute.

Ibanez 6: alterna buone prestazioni (tra cui la trasferta contro la Real Sociedad) a serate storte. Vista l’emergenza difensiva di quest’anno, ora sarebbe servito come il pane anche per il suo apporto in zona gol.

Mancini 7: si fa ammonire un pochino di meno, pur non avendo diminuito la sua tendenza a entrare duro e deciso. Lo ami se lo hai dalla tua parte, lo ami un po’ meno se lo hai contro. Sarebbe da 10 solo per la sua voglia di non mollare mai e per il suo menefreghismo per la pubalgia, che lo fa soffrire, ma lui, appunto, se ne frega e gioca lo stesso. Eroico.

Llorente 6,5: dopo qualche prova così e così della prima parte del 2023, in questa seconda parte dell’anno è costretto a guidare la difesa vista l’eterna indisponibilità di Smalling. Lo fa meglio del previsto.

Smalling 5: di cosa e di chi parliamo? Tecnicamente, sarebbe da 7 in pagella, c’è poco da dire. Se, però, si pensa che Mancini è costretto a giocare con la pubalgia per la mancanza di difensori allora il voto non può che crollare. Mourinho l’ha pubblicamente, e ripetutamente, accusato di tirarsi indietro di fronte al dolore. L’inglese non ha smentito, non ha replicato, è sparito, ma, soprattutto, non ha più giocato dallo scorso primo settembre. Capace che torni prima Abraham di lui. Chris, se ci sei batti un colpo.

Kumbulla 5,5: fino al suo infortunio, non aveva disputato un gran 2023. A breve, rientrerà in campo ma dovrà tornare, gradualmente, in condizione.

Spinazzola 5,5: sembra perennemente alla ricerca di se stesso. Gioca una straordinaria partita contro il Salisburgo, lo scorso febbraio. Bene anche contro il Feyenoord, ad aprile. Più in generale, fa meglio in Europa che in campionato fino all’anonima finale giocata contro il Siviglia. In questa stagione, parte e si ferma, parte e si ferma, va a scatti dando l’impressione di avere poco sprint, poca energia o forse la testa già altrove. Il contratto scadrà a giugno ma potrebbe lasciare la Roma già a gennaio e, forse, un po’ ha già staccato.

Celik 5: fa quel che può ma il problema è che non può fare più di ciò che già fa. Mourinho lo sta provando ora braccetto difensivo per tentare di mettere una toppa all’emergenza difesa, che la Roma dovrà affrontare a gennaio.

Ndicka 6: era venuto a Roma per imparare, con calma, come si difende in Italia. Peccato che l’indisponibilità di Smalling l’abbia costretto a giocare praticamente sempre. E allora ha inizialmente sbagliato ma poi ha dovuto cavarsela come chi viene buttato improvvisamente in acqua per imparare a nuotare. Una sorta di terapia d’urto che, però, sta funzionando. Peccato che ora saluterà tutti per un mese per giocare la Coppa D’Africa.

Karsdorp 5: fa arrabbiare il fatto che, tecnicamente, sia nettamente il più forte tra gli esterni destri della Roma. Gioca però con il freno a mano tirato. In passato, faceva disastri in difesa ma almeno mostrava delle qualità importanti in avanti, qualità nell’inserimento, nella corsa e nel filtrante. Adesso, è migliorato in fase di non possesso ma sembra essersi castrato dalla metà campo in su. È un peccato.

Kristensen 5,5: si impegna, è diligente, ce la mette tutta, vuole imparare, ha fame e si vede. Tecnicamente, non è all’altezza ma cerca di sopperire con altro, con il fisico e la determinazione. Apprezzabile.

Cristante 7: dove lo metti sta, manca solo impiegarlo in cucina per far da mangiare. Pur giocando in una posizione di campo dispendiosa, non si ferma mai e sembra non risentire minimamente della fatica. Come faccia, non si sa. Ogni tanto, rifiata e le sue prestazioni calano leggermente ma, per quanto gioca, dovrebbe camminare sui gomiti. E, invece, con quello sguardo da finto tranquillo (lo vedete anche voi quanto sbraita in partita) guida i suoi compagni, i movimenti, i passaggi. Da regista, passa a fare la mezzala, dovendo arretrare spesso in difesa per tappare i buchi. Come molti centrocampisti centrali, ha tutte le qualità per fare l’allenatore a fine carriera.

Matic 6: gioca un Signor inizio di 2023, diventando fondamentale per la squadra. Tecnicamente, da 8 in pagella. Poi decide di mollare tutto, abbandonare la barca e scappare via a gambe levate. Sui motivi, si è discusso e fatto gossip come se si trattasse della Famiglia Reale inglese. Fatto sta che il Signor Matic ha messo in difficoltà la Roma, che ha dovuto in fretta e furia trovare una soluzione.

Paredes 6: ecco la soluzione, al secolo Leandro Paredes. Ci mette un po’ a carburare, soprattutto in relazione alla sua capacità di difendere lo spazio davanti alla difesa. In crescita.

Camara 5: preso in fretta e furia dopo il grave infortunio di Wijnaldum. Fa quel che può ma non era al livello della Roma.

Bove 7,5: il 2023 è sicuramente il suo anno. La sua crescita. Sboccia come un fiore meraviglioso a inizio anno e riesce a mantenere la testa salda e i piedi ben piantati per terra, continuando a migliorare anche dopo aver ricevuto i complimenti di tutti. Bravo.

Wijnaldum 5: l’infortunio lo stronca, inevitabilmente. Quando torna in campo, però, lo fa con troppa sufficienza. Dà l’impressione di giocare in ciabatte anche quando viene buttato in campo nella finale di Budapest. Incommentabile.

Pagano SV: giovani giallorossi crescono.

Zalewski 6: gioca una buona prima parte di 2023 mentre in questa seconda parte è andato un po’ a rilento.

Pellegrini 6: i troppi infortuni hanno condizionato le sue prestazioni. Vive il suo momento migliore nell’ultima parte della scorsa stagione, con i picchi delle gare contro il Feyenoord e in trasferta contro il Bayer Leverkusen. In chiaroscuro, invece, la seconda parte del 2023 con il gol contro il Napoli di buon auspicio per l’anno nuovo.

Zaniolo SV: appena tre apparizioni nel 2023, prima della fuga in Turchia.

Volpato SV: quattro apparizioni per lui nel 2023, prima di accasarsi al Sassuolo e far respirare le casse giallorosse.

Coric: c’è ma non si vede. Anzi, c’era ma non si vedeva. Oggetto misterioso fino all’ultimo giorno di mercato. Non gioca mai, non si vede, non si sente e ora è addirittura svincolato. All’età di 26 anni. Un mistero.

El Shaarawy 6,5: nella scorsa stagione, è tra i pochi a vedere la porta. Alterna periodi in cui segna di più, ad altri in cui gira più a vuoto ma ogni volta che tocca palla dà l’impressione che possa nascere qualcosa di buono.

Solbakken 5,5: inizia molto bene ma è un fuoco di paglia e si spegne altrettanto rapidamente. La voglia c’è, ma non basta.

Aouar 5: disputa un ottimo precampionato ma quando i ritmi si alzano va subito fuori giri. Deve darsi una svegliata e può farlo. Ha le qualità tecniche per fare molto bene, sarebbe un peccato non riuscisse a tirarle fuori.

Renato Sanches 4: un po’ si fa male, un po’ ha paura di farsi male ma anche quando gioca sembra, per voglia e intensità, la brutta copia della brutta copia di Wijnaldum. Basta giocatori dal PSG.

Dybala 8: quando si illumina lui, si illumina il Colosseo e tutto il Foro Romano. Distribuisce calcio con una facilità e una bellezza incredibili. Peccato per i troppi infortuni.

Abraham 6: fa benino nella prima parte del 2023, alternando buone prestazioni ad altre più tiepide. Salta la seconda metà dell’anno per infortunio e dovrà sudare parecchio, nei prossimi mesi, per trovare spazio.

Belotti 6: termina la stagione inspiegabilmente a zero reti. Questo gli provoca un sussulto di rabbia e orgoglio, che gli fa iniziare alla grande la nuova stagione. Lukaku lo spodesta, giustamente, e torna in un grigio difficilmente quantificabile. Dà però sempre il massimo, sempre. Encomiabile.

Shomurodov 5,5: poche, e non rilevanti, apparizioni nel 2023.

Lukaku 8: ha un impatto devastante nella Roma, segnando 13 gol da quando veste la maglia giallorossa. Anche quando non va in rete, è spesso determinante quando lotta contro la difesa avversaria per proteggere palla. A volte, vederlo fare a sportellate da solo contro tutti fa quasi tenerezza.

Azmoun 6: inizia in sordina ma sembra aver, pian piano, compreso il calcio italiano e sta crescendo nelle ultime settimane. Sufficienza di stima.

Mourinho 7: se avesse vinto l’Europa League sarebbe stato da 10, con tanto di statua in suo onore al posto di quella di Marco Aurelio in Campidoglio. Il destino, cinico e barbaro (Taylor, sei tu?), gliel’ha impedito. Sarebbe solo curioso sapere perché, a Budapest, abbia fatto entrare El Shaarawy così tardi, al minuto 106. In campionato, invece, il rendimento è al di sotto delle aspettative, almeno per ora. Ha poi il grande merito di aver unito il popolo giallorosso come mai accaduto, almeno nella storia recente della Roma.

Tiago Pinto 6: fa un capolavoro, ma un capolavoro vero, quando si tratta di rimediare i soldi per fare plusvalenze entro giugno. Zoppica quando deve cercare l’attaccante ma, alla fine, tira fuori dal cilindro Lukaku. Sangue freddo. Sbaglia tutto quando prende Renato Sanches. A differenza di Wijnaldum, in questo caso la sfortuna c’entra poco perché il finale era ampiamente prevedibile. Vediamo se e quando arriverà un nuovo difensore, per tamponare un’emergenza nota da mesi.

Friedkin 6,5: si muove nelle tenebre. Non parla. Probabilmente comunica con il pensiero e fa bene perché, tra l’altro, non essendo cresciuto a pane e stadio Olimpico sarebbe facilmente mal interpretato nelle sue dichiarazioni. Più scaltro di Pallotta nel capire come funziona la città di Roma, rimane in silenzio e appare solo quando si tratta di quagliare, come direbbero alla Bocconi. Dal suo arrivo, la Roma ha raggiunto due finali europee consecutive. Saranno fondamentali le sue mosse in merito al rinnovo di Tiago Pinto e di Mourinho. Ci rivediamo al Pagellone del 2024.