Stadio - La verità di Caudo: "Pubblico interesse dato per le opere, non sullo Stadio"
Questa uno stralcio della "verità" di Giovanni Caudo, ex assessore all'Urbanistica della giunta Marino, rilasciata a La Gazzetta dello Sport, in merito al progetto dello Stadio della Roma: "In questi mesi si sono dette assurdità come quella di realizzare lo Stadio senza le opere pubbliche, senza il ponte che lo collega all’autostrada Roma-Fiumicino. Poi si è scoperto che non c’era nessun «regalo», che il pubblico interesse era stato dato sulle opere e non sullo Stadio. Dal confronto con quello che accade altrove capisco che la vera battaglia persa a Roma non è per lo stadio ma per una città che sa scegliere con serietà senza luoghi comuni, che sa distinguere tra un investimento pubblico e uno privato, come lo Stadio, dove è proprio il privato a rischiare i propri soldi se non si rispettano i tempi e le modalità previste - prosegue l'ex assessore - Si è detto che lo stadio non è della Roma ma di una società di Pallotta, che però è proprietario della Roma e non si è detto che la Roma non può essere venduta senza il vincolo di giocare nello stadio e che questo non può essere a sua volta venduto senza il vincolo che lega la Roma allo stadio. Non si è detto che una parte degli introiti prodotti dalle attività commerciali connesse con lo Stadio andrà a finanziare la As Roma e non si è detto che se tutto questo non dovesse succedere c’è una penale che vale quanto la dichiarazione di pubblico interesse, 195 milioni.
A chi giovano tutte queste omissioni? E se invece ci si mettesse finalmente a lavorare nel merito delle cose, non sarebbe questa sì la mossa del cavallo, per affermare che Roma è una città che non ci sta ai ricatti e che mantiene la barra dritta sul rigore, la serietà e la responsabilità?".