Tessari: "Totti è il più grande di tutti i tempi"

21.02.2016 11:40 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Radio
Tessari: "Totti è il più grande di tutti i tempi"
Vocegiallorossa.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

L'ex di Roma e Palermo Luciano Tessari è intervenuto ai microfoni di Roma Radio.

Come fu il suo anno al Palermo?
"C'era un grandissimo presidente, ma non riuscimmo a salvarci. Perdemmo lo spareggio con la Spal allo Stadio Torino. Andammo in B, era difficile. Facevamo pochi gol, se ne fai pochi è difficile vincere. Era un grande Palermo, eravamo amici, affiatati. Ma in Serie A era più difficile di adesso, le differenze erano più larghe tra grandi e piccole, ci siamo salvati alla fine e abbiamo perso lo spareggio con un autogol".

Raimondo Lanza di Trabia era un personaggio particolare, ci racconta un aneddoto?
"È stato colui che ha inventato il calciomercato. Era un bravissimo presidente, era sempre con noi, sempre vicino".

Quanto era distante Palermo all'epoca? Negli anni '50 l'Italia era più grande...
"Era 5 volte più grande. La Federazione ebbe un momento di lucidità: ci faceva giocare due partite fuori e due in casa. Facevamo così una trasferta sola, i nostri spostamenti erano quelli. Si facevano in treno, ci volevano 7-8 ore per andare a Milano. Ora con l'aereo è cambiato tuttto".

Bronée?
"Era uno dei più grandi calciatori del tempo, ma gli piaceva la birra. 8 volte su 10 non era in condizione di giocare. Cercavo di spiegarglielo, lui si giustificava. Fu mandato via dal Palermo, è tornato nel suo paese e poi è morto alcolizzato. Quando stava bene vincevamo la partita. Non si voleva sentir dire che non era professionale, ma faceva poco per smentirlo. Era forte quando non stava bene, figuratevi quando era lucido. Grande calciatore e grande amico, un ragazzo libero. La libertà dà fantasia".

Ha girato parecchio l'Italia...
"Anche il mondo vedendo le partite di coppa per Roma e Milan".

Dove si è sentito più a casa?
"Sono uno nato a Verona, un veronese tutto matto, dicono. Mi trovo bene col dialetto veronese, parlavo tutte le lingue. Ha attinenze con tutte le lingue questo dialetto, mi son sempre adattato senza traduttore, sono andato 15 anni in giro per l'Europa. Poi con mister Liedholm sembravo norvegese pure io. Il più grande personaggio del mondo del calcio, mai visto uno innamorato del calcio come lui. Viveva per il calcio, la sua cosa più grande era sottolineare il comportamento dei suoi ragazzi. Spesso ci dicevano che eravamo molto educati. Parlava poco, ma diceva parole sante".

Come è nato il rapporto con Liedholm?
"Mi chiamò il DS del Milan, mi disse che Liedholm mi voleva. Andai al Milan in prova, poi sono rimasto lì 15 anni di seguito, sono stato 40 anni con lui".

I ricordi più belli alla Roma?
"Siamo sempre stati lì per fare una grande squadra e non ci si riusciva mai, fino a che siamo riusciti a prendere Falcao, fu un dramma anche quello perché sembrava che non stesse bene, eravamo in Danimarca e il mister mi mandò a Barcellona a vederlo, feci 4 scali per andare, mi feci dare la lista e c'era lui, con il numero 10. Nel primo tempo rimase a guardare la partita, pensai che non fosse possibile. Nel secondo tempo fece tre cose da grande calciatore, nella relazione premisi che sarebbe stato da scartare, ma scrissi che aveva fatto determinate cose. Il campione si vede dalle giocate, non serve guardare i 90 minuti. Totti è il più grande calciatore di tutti i tempi, il migliore nel dare la palla pulita a chi deve far gol, solo da calciare".

C'era un aspetto di un calciatore che faceva impazzire Liedholm?
"Lui voleva calciatori che giocassero al calcio, che non rincorressero l'avversario. Il calciatore deve avere autonomia, ma anche trasformarsi in rapporto alla squadra. Servono giocatori per la squadra, il gioco del calcio è fatto da 11 giocatori, questo è determinante. Se non sai fare una squadra, diventa difficile vincere. Servono giocatori educati, l'avversario non è un nemico, vuole anche lui vincere la partita, è logico. E lui aveva queste battute che influenzavano il calciatore. Potevamo vincere 2-3 campionati, se fosse stato tutto regolare".