Tancredi: "Che onore la mia elezione. Il giorno della festa pensai subito ad Ago"

28.06.2013 12:14 di  Adriano Mazzone   vedi letture
Fonte: asroma.it
Tancredi: "Che onore la mia elezione. Il giorno della festa pensai subito ad Ago"

Franco Tancredi è stato eletto nella Hall of Fame delle leggende giallorosse come portiere preferito dal popolo romanista. Intervistato dal sito ufficiale della società, l'ex numero 1 ha dichiarato: "Lo scorso anno superai la concorrenza di Guido Masetti, fu un onore enorme. Devo ringraziare non soltanto la commissione, ma anche i tifosi, visto che anche loro mi hanno preferito al grande Masetti. E’ un portiere che non ho mai visto giocare, me lo feci raccontare da alcuni vecchi cronisti. A lui sono legato non solo dalla nostra militanza romanista, ma anche da un piccolo aneddoto. Quando giocavo a Giulianova lui, che era osservatore della Roma, mi venne a vedere per una settimana intera e alla fine inviò una relazione alla Società consigliando di acquistarmi. Non si trovò l’accordo, così finii al Milan”.

Masetti è candidato invece alla categoria "portieri e difensori" insieme anche a Sebino Nela, per il quale Tancredi ha speso ottime parole. "Con Nela ho avuto la fortuna di giocarci, il mio voto va a lui. Sebino era fantastico – dice l’ex numero 1 giallorosso – un sinistro che sapeva giocare straordinariamente sulla destra. Ma soprattutto un amicone, un ragazzo solare, positivo, dotato di grandissima personalità. Poi, naturalmente, quando c’era da difendere qualcuno in campo ci pensava lui. Tuttora mi considero suo amico, ci sentiamo spesso e poi ci accomuna il nostro cammino in nazionale. In azzurro, forse, meritavamo di più”.

Tancredi infine ricorda anche il bel momento del 7 ottobre 2012, giorno della festa per i primi 11 eletti nella Hall of Fame. “Ci venne spontaneo prendere la bandiera di Agostino Di Bartolomei che sventolava in Curva Sud - ha detto l'ex estremo difensore -. Per me fu naturale, ad Agostino ero legato da una fortissima amicizia. Eravamo accomunati non soltanto dal calcio e sventolare quella bandiera con il suo ritratto fu come mandargli un messaggio. Volevo dirgli che era lì con noi, sotto quel settore, la Curva Sud, a cui si rivolgeva dopo ogni gol”.