Shergul Arshad: "Siamo passati dallo zero ad essere tra i 5 più importanti club in Italia sui social media"
Il direttore del settore digitale della AS Roma Shergul Arshad ha rilasciato un'intervista al sito uksportstnetwork.com:
Avete raggiunto 100mila fan su Twitter e siete molto attivi nei social network come Facebook, Youtube e Pinterest. Quali erano i vostri obiettivi e a che punto siete?
"Siamo partiti da una situazione vicina allo zero a settembre. C'era solo un sito in flash senza un portale di eCommerce, senza social media e senza applicazioni e giochi. I nostri obiettivi erano chiari fin dal primo giorno: portare la Roma ai fan intorno al mondo attraverso vie digitali facendo così crescere il brand AS Roma. I social media sono un modo di avviare una comunicazione diretta con i fan e per permettere loro di connettersi alla Roma tramite le piattaforme di maggior successo: Facebook, Twitter e Youtube. In parole povere, volevamo passare dallo zero ad almeno essere tra i 5 più importanti club in Italia in queste tre piattaforme, obiettivi raggiunti in poche settimane! In appena 6 mesi siamo arrivati a un milione di fan su Facebook, e come molti club siamo stati rallentati solamente dal nuovo sistema di pagine. Con Twitter vediamo la miglior crescita percentuale settimana dopo settimana e ascoltiamo veramente i fan: abbiamo cambiato il nostro tono, prima solo formale, ora più cordiale. Retwittiamo molto e i fan sono molto contenti di questo".
Siete uno dei primi club di calcio su Pinterest. Quando avete deciso di inserirvi? Ha portato il successo che speravate?
"Pinterest rappresentava un modo per partecipare in una comunità in crescita di possibili acquirenti con con differenti caratteristiche demografiche. Una parte di essere un brand globale è utilizzare il nome di Roma, i colori e i loghi, ed essere così presenti sulla più grande comunità di shopping. Non fa di certo male avere migliaia di fan che si scambiano link riguardanti i nostri prodotti. E' stata una mossa suggerita da uno dei nostri più stretti collaboratori nell'ambito dei social media. Tra gli altri vantaggi, è stata una grande mossa essere il primo club di calcio su Pinterest. Abbiamo cominciato ad avvicinarci a club che erano letteralmente 10 anni avanti a noi (il Liverpool, per esempio, ha un capo digitale da 11 anni... noi siamo al primo anno) è stato bello per una volta non giocare ad acchiapparella ma scappare. Aspettatevi molto altro".
Recentemente abbiamo visto il Milan presentare la loro prima chat su Google+ e 200mila fan hanno fatto parte della piattaforma. E' una piattaforma cui guardate anche voi?
"Assolutamente. Non abbiamo ancora lanciato un profilo Google+ solo a causa di una questione di branding e di coesistenza con Facebook. Vogliamo trovare un tool che possa aggiornare entrambe le piattaforme gratis. Nel frattempo, abbiamo trasmesso tre dei quattro più importanti eventi via Youtube. La cosa più sorprendente è stata avere 33mila fan che guardavano la presentazione della squadra allo Stadio Olimpico e il tempo medio sul sito è stato di mezz'ora!"
Avete lanciato da poco "AS Roma Music", con le playlist dei calciatori sul sito e disponibili su iTunes. Come è nata questa idea?
"Siamo stati categorici sul mettere il fan al centro. Sono un appassionato di calcio di lunga data come lo sono gli altri membri dei social media. I tifosi adorano sentirsi connessi alla squadra e ai giocatori e avvicinarli ai giocatori è una delle missioni che ci siamo prefissati. Conoscere curiosità su un giocatore è sempre divertente, e la musica unisce le persone in tutto il mondo. Un giorno, durante il tour americano, abbiamo pensato di proporre una playlist di canzoni preferite dal più grande appassionato di musica della squadra, Pablo Daniel Osvaldo. Gli è piaciuta l'idea di creare una playlist ed ha voluto farlo per primo. In poco tempo tutti i giocatori e i dirigenti hanno voluto proporre la loro playlist. Per noi questo ha molti vantaggi e dà ai tifosi motivi per tornare sul sito. E abbiamo anche un obiettivo economico giacché siamo collegati con iTunes dove loro possono scaricare le playlist".
Molti giocatori si sono messi nei guai in Inghilterra per le cose che dicevano su Twitter. Succede anche in Italia?
"Non ancora. Il perché: è una cosa ancora nuova. Quando abbiamo deciso di partire con Twitter ad ottobre, a parte forse un altro dirigente e due-tre giocatori, nessuno era su Twitter. I giocatori che utilizzavano Twitter erano tutti stranieri, dalla Spagna o dall'America Latina. Twitter era già fiorito in posti come Spagna, Argentina e Brasile, così come Inghilterra e Stati Uniti. Ma per l'Italia, Twitter era ed è un nuovo fenomeno. Crediamo fermamente di aver contribuito a portare decine di migliaia di persone su Twitter per la prima volta. E crediamo nell'effetto domino (un giornalista si iscrive per seguire i nostri tweet e i suoi fan si iscrivono di conseguenza). Tornando alla domanda originale, ci sono stati momenti imbarazzanti su Twitter. Dirigenti e giocatori del nostro club che twittavano su altre squadre e giocatori hanno causato rumore mediatico. Guardando solo al nostro club, speriamo in una maggiore partecipazione dei giocatori. Offriamo il nostro supporto e aiuto ai giocatori, e abbiamo aiutato giocatori come Bojan Krkic (ora al Milan) ad aumentare incredibilmente i suoi fan. Più giocatori sono attivi, più problemi ci sono, ma con la giusta assistenza possono essere minimizzati".
Qual è il tuo consiglio per chi vuole avviare una strategia di social media per il proprio club sportivo?
"Ci sono alcune decisioni chiave da prendere presto. Avete account Facebook e profili Twitter multipli per ogni settore e lingua? Noi abbiamo scelto di centralizzare i fan in una sola area, sacrificando una personalizzazione maggiore. Aumentate artificialmente fan, mi piace o followers? Noi no. Sappiamo per certo che club di Serie A e top teams hanno comprato mi piace o followers. Nella nostra strategia, vogliamo fan veri e non ostruiremo i nostri canali con spam. Fan artificiali o comprati non saranno attivi e deluderanno sponsor che pensano di investire un club con tot migliaia o milioni di fan, quando in realtà molti di questi sono finti".
QUI l'intervista originale.