Prati: "Per Dzeko il nemico più grande è la fretta. Il Derby? Basta girare la città per caricarsi"
L'ex centravanti giallorosso, Pierino Prati, ha rilasciato un'intervista a Roma Talk Radio, durante la quale si è espresso sul derby contro la Lazio del 3 aprile, sull'attuale stagione giallorossa e sulla sua carriera.
In vista del derby come si preparava lei a partite come questa?
“Queste partite si preparano da sole, soprattutto a Roma dove ti basta andare in giro per la città per caricarti a dovere. Ai miei tempi non c’erano ambizioni di alta classifica, ma ricordo che ci si chiedeva una sola cosa, vincere il derby”.
Come nasce la sua passione per il calcio e per il ruolo di centravanti?
“Tutto nasce nei campetti di periferia dove si giocava a calcio con gli amici e senza accorgersene ci si allenava a diventare calciatori, nel mio caso attaccante. Già da bambino avevo una certa propensione al ruolo ed ai gol in acrobazia”.
Come fa un grande attaccante ad uscire dalla crisi quando il pallone sembra non entrare in nessun modo?
“Con la semplicità e la tranquillità quando si è forti. È solo questione di tempo ed un attaccante come Dzeko è dotato di elevati mezzi tecnici, quindi deve solo non farsi prendere dall’ansia di segnare, il nemico più grande è la fretta”.
Lei cosa ne pensa della vicenda Totti?
“Prima o poi doveva succedere, Francesco è calciatore nella testa. Per lui è difficile pensare al ritiro ma sono convinto che si troverà una soluzione che vada bene a lui ed anche alla società”.
Ci racconta il rapporto tra tifosi e calciatori ai suoi tempi?
“I tifosi giallorossi vogliono gente che onori la maglia. I calciatori che corrono per questi colori vengono aiutati sempre, sono i lavativi ad essere messi ai margini. A tal proposito mi rammarica vedere che questa gente non venga messa nelle giuste condizioni per coltivare la loro passione, vedere la curva sud vuota mi rattrista. Ad ogni modo quelli che dicono che a Roma c’è un problema di ambiente è perché sono loro che non sono riusciti ad ambientarsi. La piazza di Roma offre tantissimo ai calciatori che sanno comprenderla ed onorarla”.
Cosa ne pensa delle dichiarazioni di Gabrielli che si è reso disponibile a togliere le divisioni in curva a condizione che tornino i tifosi?
“Aldilà delle parole e necessario che ci si sieda ad un tavolo e che si trovi un compromesso perché sì è vero che la sicurezza negli stadi va garantita, ma va garantito al tifoso anche il diritto di poter andare allo stadio. Per risolvere i problemi c’è bisogno della volontà di farlo. Quindi non vedo perché così come si risolvono tante altre cose non si debba risolvere anche questo”.
Ci fa i nomi di due allenatori che hanno segnato la sua carriera?
“In carriera non ho avuto tantissimi allenatori ma voglio citare colui che mi ha iniziato il calcio ovvero Liedholm. E colui che invece in qualche modo mi ha consacrato, sto parlando di Rocco”.
A questa società secondo lei manca una figura di riferimento che possa affiancare Spalletti nella gestione dell’aria tecnica e se si chi vedrebbe di buon occhio?
“Credo che una figura del genere sia indispensabile quindi perché non proprio Francesco Totti visto che penso non abbia nessuna intenzione di lasciare Roma. Del resto una grande società non può fare a meno di riempire determinati posti che al momento sembrano vaganti”.
Da ex calciatore quale ruolo di dirigente preferisce?
“Io sono uno che non riesce a fare a meno del campo, infatti oggi sono sotto contratto con il Milan e sono responsabile di 12 scuole calcio. È bellissimo lavorare con i bambini. Trasmettere la mia esperienza ad i ragazzi ed ai Giovani calciatori e impagabile. Preferisco correre in campo piuttosto che stare dietro una scrivania”.