Perinetti: "A Roma ho lavorato con il grande Dino Viola". AUDIO!

07.06.2022 17:08 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Perinetti: "A Roma ho lavorato con il grande Dino Viola". AUDIO!
Vocegiallorossa.it

Il noto DS Giorgio Perinetti TMW Radio, durante Maracanà, ha parlato dei temi di giornata.

Un direttore come lei farebbe comodo a tante in Serie A.
"I cicli sono diversi, spesso sono stato definito ingombrante. È facile camminare col bel tempo, ma servono dirigenti bravi nei momenti difficili, senza che siano invasivi a livello mediatico. A Roma ho avuto il grande Dino Viola, quando aveva bisogno di una opinione mi chiamava e si annotava le cose. Oggi se ti siedi con un presidente, lui dice che bisogna fare una certa cosa. I tempi sono cambiati. Credo he la competenza sia una risorsa, se vogliamo solo esecutori credo sia difficile. Sono felice di quello che ho fatto, il mio bagaglio di esperienza potrebbe essere importante per qualcuno, ma oggi tutti si sentono bravi in questo mestiere. Va bene così".

Qual è la sua più grande soddisfazione professionale e il più grande rimpianto?
"La soddisfazione è che ho lavorato tanto ma in poche società. Sono sempre tornato dove ho lavorato, questa è la gratificazione professionale più alta. Fui richiamato anche alla Juventus. Il dispiacere più grande è non essere riuscito a tornare a Bari e che prima della pandemia ero stato chiamato da un club di Serie A francese ma poi tutto rimase lì".

Lei lanciò Conte al Bari e lo suggerì a Marotta per la panchina della Juventus.
"Si capiva che era un predestinato". 

Il rapporto con l'allenatore come deve essere?
"Bisognerebbe sempre che il ds potesse scegliere l'allenatore o condividere la scelta con la società, altrimenti nascono incomprensioni, alibi. Devono fondersi direttore e allenatore. Per me l'allenatore deve lavorare avendo solo i problemi di campo, e il ds deve permettere al tecnico di esprimersi al meglio".

L'Inter ha bisogno di fare cassa per ripianare i debiti?
"È quello che si dice, si parla di un avanzo di mercato di 60 milioni e quindi si parla della cessione di un giocatore importante. Credo che non sia tanto importante ora l'abilità nel trattenere un giocatore forte ma come saperlo sostituire".

Cosa avrebbe consigliato ad Aurelio De Laurentiis nel caso Mertens?
"Credo che il problema sia essere arrivati a oggi. ha fatto tanto al Napoli, si doveva chiudere prima la questione. Quello che complica la trattativa è che siamo già a giugno. Andava fatta chiarezza prima".

Il Palermo potrebbe tornare in Serie B. Potrebbe essere la piazza giusta per lei?
"Ci sono stato tre volte e vinto tre campionati. Si è meritato questa finale, ha davanti un avversario non facile come il Padova. E sembra che in caso di B, l'entourage del City possa chiudere l'operazione. Sarebbe una grande opportunità ma anche un'occasione di stabilità per il club".

Che ne pensa del caso Sabatini-Iervolino?
"Difficile, il presidente ha preso una decisione forte. Sabatini lo conosciamo per le sue competenze. Credo che siano cause remote che hanno portato al divorzio e poi una forte personalità dei sue soggetti coinvolti. Le commissioni? Sono una cosa da studiare, è un vezzo che andrebbe limitato".

C'è un DS che apprezza particolarmente?
"Ammiro più di tutti quello che col budget più basso della B partecipa spesso ai playoff ed è Marchetti del Cittadella. Ha grande competenza e intuito".

La cessione migliore che ha fatto?
"Ero al Napoli e feci un capolavoro. Comprai un giovane per due soldi, che era seguito dal Milan ed era George Weah. Ma fu detto che non era adatto al campionato italiano. Lui andò al PSG, poi giocò al San Paolo con il Napoli e segnò una doppietta".

Lavorerebbe alla Lazio con Lotito e Sarri?
"Una volta firmai un preliminare con la Lazio, quando c'era Gigi Simoni tecnico. Poi a natale dissi che non me la sentivo, ma un professionista deve essere pronto a qualsiasi cosa. La Lazio sarebbe ideale, non c'è un'organizzazione elefantiaca e questo aiuta molto a lavorare".

Che ne pensa del lavoro di Maldini al Milan?
"Gli ho fatto i complimenti, sia nel difendere Pioli che dare giusto ascolto a Massara. Ha vinto guardando anche le potenzialità e non solo le carte d'identità. Va imitato nello stile e nella professionalità. Quando ci metti il cuore nelle cose, riesce sempre tutto meglio".