Mancini: "Sono felice di far parte della storia del derby. La Roma può arrivare allo scudetto"
L'ex giallorosso Alessandro Amantino Mancini ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Roma Radio.
Hai segnato due gol nei derby.
“Due gol meravigliosi, sono molto contento di far parte di questa storia. La città di Roma tiene tanto al derby, per me è stato meraviglioso”.
Com’erano stati i giorni prima del derby del colpo di tacco?
“Ricordo che arrivai a Fiumicino e un tifoso si raccomandò per il derby, che si giocava a novembre. Non riuscivo a capire l’importanza, era la prima stagione a Roma, tutti dicevano che era un derby particolare, ma non capivo la dimensione di questa partita. Passato un mese sono riuscito a capire cosa ho fatto”.
I giorni dopo il tuo gol come te li sei goduti?
“Andavo in giro per Roma, mi dicevano che avevo fatto una cosa meravigliosa e mi facevano i complimenti. Era tutti i giorni così. Andavo al ristorante, al centro commerciale. Piano piano ho capito l’importanza del derby, della rivalità. Sono stati giorni meravigliosi, momenti indimenticabili”.
C’è stato un cenno d’intesa con Cassano? L’avevate immaginata così?
“No, andai al limite dell’area per aspettare un tiro, all’improvviso vidi che il primo palo era vuoto e andai. La fortuna ti aiuta a fare qualcosa di più, Cassano batté non bene, di solito i calci di punizione li metti tra il dischetto e il secondo palo, lui la mise a mezza altezza e col tacco la presi ed entrò”.
È quello il ricordo più bello della tua esperienza alla Roma? Quali sono i tuoi altri ricordi più belli?
“Il gol di tacco è stato il gol più bello e importante. È stato il mio primo gol ufficiale in giallorosso. Poi c’è stato il gol a Lione, quello segnato contro il Real Madrid. Ho vissuto momenti bellissimi, Roma è stata indimenticabile”.
Arrivasti come terzino, come cambiò il tuo ruolo Capello?
“Sono arrivato a Roma dopo il prestito a Venezia, Fabio mi fece i complimenti e che mi aveva visto giocare e che mi avrebbe fatto giocare come esterno. Mi disse che giocava 4-4-2, mi avrebbe messo più alto a destra. Da lì in poi sono riuscito a fare un grande campionato, con 8 gol alla prima stagione. La cosa andò in automatico”.
Spalletti invece ti spostò alto a sinistra. Contro il Milan entrasti dalla panchina e segnasti dopo una partita bellissima. In conferenza stampa disse: “Lui può rientrare col destro e far male” e successe proprio quello.
“Ricordo, in quel periodo lì vissi un momento molto difficile, papà aveva un cancro. Rientrai e decisi la partita. Da quella partita in poi le cose andarono meglio, riuscii a fare buone partite facendo gol. Avevo un bel tiro. Spalletti è stato uno dei migliori allenatori, mi ha capito subito e siamo riusciti a fare grandi partite e grandi gol”.
Quali sono le doti migliori di Spalletti? Cosa pensi del suo ritorno?
“Ringrazio Capello tutta la vita, ma come crescita Spalletti per me è stato molto più di Mourinho. Capisce di calcio, è uno che legge bene le partite”.
Cosa riesci a vedere della Roma di oggi? In Brasile giochi ancora?
“Sono rimasto 5 mesi fermo, mio figlio ha 6 anni e sto facendo dei corsi per diventare allenatore. Penso di tornare a vivere a Roma per fare un corso a Coverciano e diventare allenatore. La Roma è una squadra che arriverà, la Juventus è forte ma non come l’anno scorso, è meno costante, ha più difficoltà. Se la Roma riesce a fare un campionato equilibrato può arrivare allo scudetto. Bisogna essere ottimisti, altrimenti la vita non ha senso. Nel 2017 verrò proprio a vivere a Roma. Vinciamo 0-2”.