Kluivert: "Voglio vincere l'Europa League e andare in Champions. Con Fonseca sto imparando a giocare più internamente. Mi ispiro a Son e Hazard"

20.06.2020 07:53 di  Alessandro Pau   vedi letture
Kluivert: "Voglio vincere l'Europa League e andare in Champions. Con Fonseca sto imparando a giocare più internamente. Mi ispiro a Son e Hazard"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Justin Kluivert è stato protagonista ieri della trasmissione Football Ranks di Bleacher Report, in cui ha parlato di vari temi, dall'arrivo a Roma ai suoi modelli, fino alla sua passione per la cucina.

2 anni a Roma, come va?
“All’inizio ho dovuto affrontare delle sfide, era tutto in cambiamento, ero giovane, ho dovuto lasciare la mia casa e la mia famiglia. Sono cresciuto molto e sono migliorato".

Differenze?
“Molte. All’Ajax venivo dalle giovanili, mentre qui dovevo dimostrare a tutti il mio valore dando il 100% in ogni partita e in ogni allenamento. Sono cresciuto molto, ho lavorato per diventare un giocatore migliore di quello che ero all’Ajax".

I tifosi?
“Ogni volta che vado allo stadio o da qualche altra parte vogliono farsi una foto, è fantastico.

Quando sei venuto hai preso il numero 34. Hai parlato con la famiglia quando era in coma?
“Ho parlato con suo fratello, per me è difficile andare lì, ma mi tengo in contatto con suo fratello e appena potrò andrò a trovarlo”.

Poi hai cambiato il 99, rappresenta il tuo anni di nascita?
“Si. Avevo deciso di giocare un solo anno col 34 per il mio amico, poi avrei voluto l’11, ma era di Kolarov e quindi ho virato sul 99”.

Però è strano l’11 per un terzino.
“No, lui è un grande giocatore, ha fatto tantissimo in carriera.

Quando andrà via prenderai l’11 quindi.
“Non so quando andrà via, ma quando penserà che lo merito lo prenderò”.

Ha giocato per Bosz, che allenatore era?
“È uno dei migliori che mi hanno allenato. Mi ha cresciuto, avevo 17 anni, lui è uno a cui non interessa quanti anni hai, se hai qualità e dai il 100% ti da la possibilità di giocare. Io l’ho ricevuta e l’ho colta al volo. È un grande allenatore, non lo spaventa nulla”.

Fonseca?
“Mi piace tantissimo il suo gioco. Rispetto all’Ajax gioco molto più all’interno del campo e questo mi aiuta molto per il futuro, poter giocare sia più esternamente che più internamente”.

3 esempi da seguire?
“Sicuramente il primo è mio padre, credo sia scontato. Volevo diventare calciatore perché lui lo era. Poi Messi e Ronaldo, sono a un livello così alto da tanto tempo e voglio imparare molto da loro”.

Qualcuno a cui ti ispiri?
“Mi piacciono molto Hazard e Son, sono il prototipo di giocatore che vorrei diventare. Hazard è fenomenale nel controllo palla mentre è in corsa e anche Son è impressionante in velocità. Poi anche Neymar è un modello per me. Ho sempre visto con interesse giocatori forti con la palla al piede in velocità, soprattutto che giocassero a sinistra come me. Prima mi chiedevo come facessero, ora sto imparando. Il segreto per essere efficace è saper andare sia verso destra che verso sinistra con la stessa efficacia”.

La cucina?
“Andavo a scuola, facevamo lezioni di cucina e riuscivo a fare tutto, non a livelli incredibili ma me la cavavo. Ho imparato a scuola, poi a casa mia madre e mia nonna sono grandi cuoche quindi siamo abituati”.

Se venisse Totti a cena cosa gli cucineresti?
“Partirei con una bruschetta con pomodoro e mozzarella. Poi un piatto di carne e verdure e infine un tiramisù”.

3 serie TV preferite?
“La numero uno è senza dubbio Game of Thrones. Anche il finale mi è piaciuto, anche se avrei voluto una stagione in più. Il mio personaggio preferito era Arya e sono stato felice per il suo finale. Poi direi Prison Break, anche se la tirano un po’ per le lunghe. Infine Sons of Anarchy, parla di questa gang di motociclisti. Se non l’avete vista, ve la consiglio”.

Peaky Blinders?
“Vero, l’ho dimenticata. La metto al secondo posto, dopo Game of Thrones”.

Il miglior amico alla Roma?
“Ünder. Lui è un grande giocatore e una grande persona. Come calciatore mi rivedo un po’ in lui, nella velocità, lui ha un grandissimo tiro. Mi piace molto come giocatore. Poi come persona è davvero splendida, è il mio fratello turco. Ogni volta stiamo insieme in allenamento, è molto rilassante stare con lui e parlare con lui. Lui parla bene inglese, parliamo anche in italiano, ci divertiamo molto”.

L’aneddoto di Manolas che ti ha detto di non tagliare le unghie prima di una partita?
“Da quando me l’ha detto non lo faccio più. Quella volta prima della partita erano un po’ lunghe, quindi le stavo tagliando e lui è arrivato come una furia dicendomi di smetterla perché portava sfortuna. Poi abbiamo pareggiato 1-1 e quindi gli sono andato a dire che aveva ragione”.

Prima non avevi un rito scaramantico?
“Solo ascoltare musica. Alcune volte sento musica rilassante, altre volte musica che mi carica”.

Qualche canzone per caricare la squadra?
“Dreams and Nightmares di Meek Mill, poi qualcosa di Drake, magari Headlines”.

L'olandese ha rilasciato un’intervista anche a Goal Voetbalzone, nella quale ha parlato sia dei suoi progressi che dei suoi obiettivi, passando anche per l’inevitabile paragone con il padre. Queste le sue parole:

Come ti trovi con Fonseca?
"All’Ajax e il primo anno alla Roma giocavo molto largo, ora invece sono più un numero 10 o faccio l’ala sinistra a piede invertito. Mi piace molto perché ho più libertà e posso trovare la mia posizione. Il mio secondo anno sta andando molto meglio, sono soddisfatto. Nella scorsa stagione era tutto nuovo: lingua, compagni, stile di gioco. Devi abituarti a tutto. Ora sono felice".

Quali sono i tuoi obiettivi?
"Sono concentrato sull’obiettivo Champions e sull’Europa League. C’è ancora molta strada da fare ma vogliamo vincerla. Sarà un torneo ad eliminazione diretta quindi molto emozionante. Io voglio segnare più spesso e raggiungere quota dieci goal. Smalling è un guerriero, ha subito fatto la differenza. E anche Mkhitaryan segna, fa assist: è importante per la squadra. Posso sicuramente imparare da loro. Alla Roma parlo molto con i compagni più giovani come Cengiz Ünder o Karsdorp perché parla olandese ed è un ragazzo eccezionale".

Come vivi il paragone con tuo padre?
"Un giorno spero di diventare una leggenda come mio padre. Nel mio nuovo ruolo segno più goal ma non sono ancora al suo livello. Lui pensava fosse meglio restare all’Ajax però mi ha supportato. All’Ajax mi vedevano tutti come il grande talento, è strano che non credano più in te a causa di un trasferimento. Se continuo a fare del mio meglio posso dimostrare che si sbagliavano".

Qualche anno fa hai vinto il NxGn. Questo ti ha creato maggiori pressioni?
"Io adoro giocare a calcio. Faccio le cose per piacere e non sento la pressione per questo".

Quali sono gli obiettivi con la Nazionale per il prossimo anno?
"Avrò un anno in più di esperienza e spero di guadagnarmi la convocazione. L’anno scorso non ero pronto, ora devo fare del mio meglio ed il premio arriverà automaticamente".

Che cosa ne pensi del razzismo?
"Il razzismo è la cosa peggiore al mondo, non appartiene a quest’epoca. Dovrebbe essere finito, ma sfortunatamente non è così. Dobbiamo tutti rendere il mondo un posto migliore, insieme".

Farai qualcosa a riguardo in caso di gol?
"Vedremo. Io non ho subito mai offese razziste, ma molti altri sì. Il calcio invece dovrebbe essere solo divertimento".