Cassano attacca Mourinho: "A Roma sta facendo figuracce oscene, uno scempio. Non sa parlare di calcio, io posso farlo"
Antonio Cassano ha parlato ieri sera alla Bobo Tv, continuando a rispondere a José Mourinho il quale, dopo la gara con il Torino, aveva detto le seguenti parole: "Cassano ha giocato nella Roma, nell'Inter e nel Real: a Madrid è ricordato per la sua giacca, con la Roma ha vinto una Supercoppa senza giocare, nell'Inter non ha vinto nemmeno la coppa di Lombardia. Io sapete cosa ho vinto con Inter, Real Madrid e Roma. Lui avrà un problema con me, io non con lui. Gli dico solo una cosa: attento Antonio, hai 40 anni e io 60, a volte arrivano i Marko Livaja e dopo è dura".
LA RISPOSTA - Ieri sera è arrivata la risposta dell'ex calciatore: "Posso giurare su quello che voglio che, nella mia carriera, non sono mai arrivato alla mani. Ho insultato dirigenti, magazzinieri, allenatori, presidenti, ho buttato televisioni addosso a dirigenti ma mi sono sempre preso le responsabilità. Qualche coniglio suo gli ha fatto fare un'altra figuraccia al caro José Mourinho. Questione numero due, lui giustamente ha detto che non ho mai vinto niente alla Roma, all’Inter e al Real. Allora, questione Roma: io sono andato a Roma per un solo fatto, il calcio per me è amore, passione e divertimento. Se avessi voluto vincere facile sarei andato alla Juve. Ho passato 5 anni meravigliosi nella Capitale. Vada a chiedere al signor Totti, De Rossi e Conti cosa ha fatto Cassano 5 anni. Ho fatto godere i tifosi, loro mi amano perché li ho fatto divertire. Lui alla Roma ha vinto ma non me ne frega niente. Alla Roma sta facendo fare figuracce oscene, uno scempio. Tutti si buttano a terra, litigi, dei disastri. Questione Inter, io non ho vinto la Coppa Lombardia, io non voglio vincere niente. Ho sempre giocato per far divertire i tifosi. Lui ha vinto facendo un calcio osceno, lui parla ma deve capire che è scarso, è scarso come allenatore. Il suo calcio è rimasto a 30 anni fa. Questione Madrid, mi ricordano solo per la giacca? Caro Mourinho, ti dimentichi un’altra cosa fondamentale: oltre alla giacca avevo due orologi, quattro anelli e dei capelli vergognosi ma soprattutto mi chiamavano il gordito. Sono andato lì a 23 anni e se mi hanno preso significa che ero un vero fenomeno. Io non vado a leccare il culo, sono andato lì e ho fatto malissimo per colpe mie. A te, invece, a Madrid ti ricordano perché facevi un calcio orribile. Risse, casini, ovunque tu vai fai casini, fai cinema. Di calcio non sai parlare, io posso farlo”.