Bruno Conti festeggia il compleanno del figlio Daniele: "Fu la Roma a scegliere di cederlo"
Bruno Conti ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com in occasione del compleanno del figlio, Daniele, ex bandiera del Cagliari: "Che avesse qualcosa di speciale l'ho capito fin dal Nettuno calcio, dove Daniele e il fratello giocavano sotto età e già questo fa capire quanto fosse intelligente e coraggioso. Tutte le prime società in cui ha giocato hanno deciso di schierarlo sotto età di due anni rispetto agli altri, perché non era solo bravo ma anche il più pronto come testa e questo lo ha poi dimostrato negli anni successivi. Era veramente impressionante veder giocare quel bambino minuto con ragazzi molto più grossi di lui, eppure non si tirava mai indietro.
Un altro aspetto che ha contraddistinto sempre la vita di Daniele è lo splendido rapporto che ha con Andrea. E' un legame che è iniziato nella Primavera e che portano avanti da una vita. Per me la cosa più bella è vedere che certi valori, che a volte si perdono, rimangono, nonostante la distanza tra Daniele e Andrea, uno a Cagliari e l'altro in Svizzera. Al di là dei risultati sportivi, è proprio questo elemento, quello dei valori della vita che mi rende più orgoglioso di Daniele. Da piccoli, lui e Andrea, erano sempre assieme, viaggiavano assieme, giocavano assieme, andavano a scuola assieme e questo legame è rimasto tutt'ora.
Quando Daniele ha fatto l'esordio in serie A, nella Roma di Zeman, è stata la società a prendere la decisione di mandarlo in prestito. Appena mi è arrivata la chiamata del Cagliari, Daniele non ci ha pensato due volte. Nonostante fosse un ragazzino, ha deciso subito di andare a trovarsi spazio altrove, a testimonianza di quanto fosse la voglia di emergere e di giocare e del carattere che ha sempre avuto. Trovò molte difficoltà e non giocò subito, ma grazie alla sua professionalità, la sua bravura, la sua grinta e la determinazione è riuscito a fare quello che ha fatto, battendo tutti i record, nonostante i grandi personaggi della storia del Cagliari, a partire da Gigi Riva.
Sono felice e orgoglioso della sua scelta, quella di giocare per 16 anni nel Cagliari e di vivere per sempre in Sardegna. Mi emozionavo quando lo vedevo triste, soffrire per quella gente e per quei colori e nonostante infortuni e difficoltà ha dato tanto ai rossoblù e sono pienamente soddisfatto per quello che ha saputo costruire con tutto l'ambiente. Per lui non è mai stata una soluzione di ripiego e non ha mai messo i cagliaritani in secondo piano, anzi. Tutta la mia famiglia non ha snobbato la Sardegna e i sardi, che ho cominciato ad amare nell'estate del mondiale del 1982, dopo essere stato ospite di amici a Villasimius.
Da quel 1982 non ho più smesso e ci vado tutti gli anni. Daniele ha potuto conoscere i sardi fin da piccolissimo e forse anche così si spiega la sua scelta. Ha avuto tante opportunità di andare in società più importanti ma l'affetto e l'attaccamento mostrato durante la sua permanenza nell'Isola lo hanno spinto a rifiutare sempre. Daniele è tutto casa e famiglia. In campo si allenava al meglio per essere pronto ogni domenica a nuove sfide. Finito l'allenamento si è sempre dedicato alla famiglia ed è presente giornalmente, perché al di là delle ore necessarie a lavorare con la squadra, è sempre stato un marito e un padre incredibile per i tre bellissimi figli che lui e la moglie hanno messo al mondo".
Ha fatto una vita da grande professionista, perché finito il lavoro gli piace stare a casa, perché ai locali, discoteche o feste preferisce il divano di casa. Gli piace essere presente, portare i figli a scuola, essere un amico, dialogare con loro ed è una cosa molto bella. Gli faccio tanti auguri, spero che passi un giorno felice con la sua splendida famiglia e da papà non posso che augurargli il meglio per la sua nuova carriera".