Bruno Conti: "Difendere i colori della Roma è qualcosa che entra nel cuore e non ti lascia più"

13.10.2012 18:01 di  Yuri Dell'Aquila   vedi letture
Fonte: Globo Esporte
Bruno Conti: "Difendere i colori della Roma è qualcosa che entra nel cuore e non ti lascia più"
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Bruno Conti, Campione d'Italia con la Roma nella stagione 1982/1983 ed attualmente responsabile del settore giovanile giallorosso, ha rilasciato una lunga intervista a Globo Esporte:

Sulla vittoria contro il Brasile durante la Coppa del Mondo del 1982:
"Una partita da antologia. Entrambe le squadre avrebbero potuto vincere, ma la nostra fame di vittoria fece la differenza. Sapevamo che battere il Brasile avrebbe significato vincere la Coppa. Eravamo a conoscenza di come loro fossero la squadra da battere, considerando che avevano due risultati su tre a disposizione, giocarono per vincere ma finirono per perdere. Il gol di Falcao del momentaneo 2-2? La partita dopo quella rete si inasprì ma riuscimmo a rimanere lucidi e concentrati, fino al gol vittoria di Paolo Rossi".

Quale fu il momento più emozionante dopo la vittoria?
"Il momento più memorabile è stato l'incontro con il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini. Una persona molto umile e allo stesso tempo meravigliosa, giocò a carte con noi e ci volle nel suo aereo durante il ritorno da Madrid. Fu un momento indimenticabile".

Sul suo ruolo di responsabile del settore giovanile.
"E' quello che so fare meglio. Lavoro con i bambini da oltre 20 anni. Tutti possono vedere se un ragazzo è bravo con la palla o no. Il segreto è quello di capire se quel bambino riuscirà migliorare nell'arco di due o tre anni. Ci vuole una visione globale di come un ragazzo possa crescere, come ad esempio De Rossi, Aquilani, Bovo o Pepe".

Su Falcao e Renato Portaluppi.
"Mi ricordo bene di Renato. Grande forza fisica, grande tecnica, forse un po' egoista ma con la palla sapeva sempre fare qualcosa di imprevedibile. E' stato un peccato che non si sia adattato bene a Roma, ma abbiamo avuto un grande rapporto. Falcao è stato un grande giocatore e una grande persona. Era intelligente in campo, ha dato alla squadra la sua capacità tattica e la voglia di vincere. Un professionista esemplare che ha fatto crescere Roma per vincere la Serie A (1982-1983) e arrivare nella finale di Champions League (1983-1984)".

Sull'ingresso di Aldair nella Hall of Fame.
"Roma è una realtà unica. Solo chi ha giocato con questa maglia storica può capire cosa si provi quando si indossa la maglia. Chi è nato a Roma sente ancora di più questa emozione. Succede però anche con gli stranieri. Aldair, per esempio, è diventato un cittadino romano, dopo 13 anni a giocare con la squadra. Difendere i colori di questa squadra è qualcosa che entra nel cuore e non ti lascia più. Così Totti e De Rossi hanno legato la loro vita a quella di Roma e della Roma".