SUPERCOPPA PRIMAVERA TIM - All'Olimpico come a teatro, il viola porta male. Ecco i motivi della sconfitta
Proprio come accadeva sei mesi fa, precisamente il 30 Marzo, la Roma Primavera di Alberto De Rossi cade sfortunatamente tra le mura amiche dello Stadio “Olimpico” sotto i colpi dei pari categoria della Fiorentina.
L’ultima volta, nella finale di ritorno di Primavera TIM Cup, era stato il difensore laterale destro, classe ’92, Cristiano Piccini (passato in estate alla Carrarese) a cambiare gli equilibri del match il cui cross, tramutatosi in tiro, aveva sorpreso Pigliacelli regalando il 2-1 alla formazione dell’allora tecnico Renato Buso, che poi avrebbe vinto per 3-1 (all’andata al “Franchi” era terminata 1-1).
Ieri sera a cambiare le sorti del match è stata, a detta dello stesso De Rossi, l’espulsione, avvenuta al 74’ del difensore centrale, classe ’93, Federico Barba, reo di aver commesso un fallo da ultimo uomo su Acosty lanciato a rete. Lo stesso Acosty, attaccante esterno destro classe ’91, realizzerà nel recupero inoltrato (90+8’), il gol vittoria per i viola di Semplici (in tribuna perché squalificato) sovrastando nello stacco aereo Sabelli su un cambio di gioco di Biondi (subentrato al 66’ ad Ashong).
Aldilà degli episodi, la Roma, nonostante fosse in vantaggio fino all’80’, ha mostrato, specialmente in difesa, molta fragilità. La coppia di difensori centrali, entrambi classe ’93, Orchi e Barba ha subito tantissimo l’unico attaccante viola: Khouma Babacar, autore tra l’altro del gol del 2-2 al minuto 80.
Che il numero 9 viola fosse un lusso per la Primavera, seppur un classe ’93, lo si sapeva ma francamente ci si aspettava qualcosa in più dalla retroguardia giallorossa che, a detta di tutti, ha concesso davvero troppo.
A centrocampo, la maggiore fisicità viola (i tre centrocampisti erano Agyei, Campanharo e Salifu), ha, alla lunga, pesato sugli equilibri del match facendo cadere nell’anonimato della gara la prestazione di un talento purissimo come Valerio Verre, classe ’94, dal quale, per ovvie ragioni, ci si aspetta che faccia la differenza. Stesso discorso, in forma minore, per Ciciretti, il quale ha alternato lampi di luce con aperture millimetriche a momenti di astensione dal gioco. E’ piaciuto invece il piglio e leadership di capitan Viviani al quale l’aria della Prima Squadra deve aver fatto benissimo visto la prestazione di qualità e quantità mostrata ieri sera dal centrocampista, classe ’92, di Grotte di Castro.
In attacco Tallo è stato per tutta la partita ben arginato dalla retroguardia viola e, in tutta sincerità, è sembrato molto sterile nelle poche iniziative offensive che ha provato a portare a segno (forse si poteva pensare prima ad inserire Leonardi, subentrato al 90+9’ dopo il 3-2 viola). Se non ci fosse stato Caprari con le sue giocate e le sue accelerazioni, e Piscitella in qualche circostanza, la Roma avrebbe fatto fatica ad infastidire il portiere viola Lezzerini (classe ’95 ed il più giovane in campo ieri sera).
L’epilogo è senz’altro il più amaro che si potesse pronosticare amaro. I Campioni d’Italia in carica non riescono così nel consumare la loro ‘vendetta’ sportiva nei confronti della Fiorentina che, a questo punto, si conferma vera bestia nera dei giallorossi. De Rossi si vede per la seconda volta, nell’arco di 6 mesi, sfuggire la possibilità di alzare un trofeo nello Stadio “Olimpico”, teatro solitamente della Prima Squadra, e chissà che proprio come a teatro non sia stato il viola, quello della Fiorentina, a portare male nuovamente al tecnico giallorosso.