ESCLUSIVA VG - Rizzitelli, Nela e Delvecchio in coro: "Sorteggio buono ma guai a sottovalutare lo Shakhtar. Milan? Gara da dentro o fuori"
Rizzitelli
Sullo Shakhtar: “Abbiamo preso la migliore che ci potesse capitare; è di sicuro la meno forte del lotto delle prime classificate. Anche lo Shalke 04 era più o meno dello stesso livello ma gli ucraini hanno il pesante handicap di avere l’interruzione del campionato, che li porterà alla sfida degli ottavi senza gare ufficiali prima. E’ un aspetto di cui tener conto, oltre alla differente esperienza e abitudine a certi palcoscenici internazionali. Per loro è la prima volta a questo punto della Champions. Detto questo bisogna fare grande attenzione perché è comunque una squadra da prendere con le molle. Siamo superiori ma sul campo la gara va giocata con la concentrazione e la determinazione giusta, e spesso sotto questo aspetto abbiamo peccato ultimamente, vedi la figuraccia con il Basilea”.
Sul Milan: “Questa è la partita del rilancio o dell’affondamento. Se perdi vai a meno tredici, non è finita ma ci manca poco, anche perché la rimonta non è sempre fattibile come lo scorso anno. Anche il pari cambia poco, a meno dieci c’è sempre possibilità ma intanto sarebbe un’altra occasione passata per accorciare sulla vetta; bisogna rischiare, se si vince cambiano completamente prospettive e mentalità. Al di là di Ibra che è il vero fuoriclasse, ciò che mi sorprende di questo Milan è la compattezza del collettivo. Rispetto agli altri anni è molto più quadrato in mezzo, con i tre mediani più Boateng, con la difesa che ne risulta più protetta e con la fantasia di Robinho che si sta rivelando come la vera sorpresa”.
Delvecchio
Sullo Shakhtar: “E’ sì la più semplice che potesse capitarci ma è sempre una squadra molto tosta, difficile da affrontare, scorbutica. Giocare il ritorno da loro praticamente alla fine di Febbraio può voler dire trovare un campo in condizioni molto difficili e di sicuro non sarà una passeggiata. Guai a prendere sotto gamba, specie la gara d’andata all’Olimpico, dove puoi compromettere tutto in 90’”.
Sul Milan: “Partita molto difficile, tirata, intensa ma credo equilibrata. E’ un crocevia importante di questa stagione. Si può riaprire il discorso scudetto o archiviarlo definitivamente. Anche un pari ti lascerebbe comunque in corsa e non è da scartare. I ragazzi di Allegri corrono tutti e si sacrificano, a differenza dello scorso anno, con un nuovo assetto in mezzo al campo. Poi lì davanti c’è un fenomeno che fa la differenza”.
Nela
Sullo Shakhtar: “Bisogna innanzitutto vedere come si arriva a febbraio, perché la gara non si gioca adesso e molte cose possono cambiare. Loro di esperienza ne hanno, ricordiamoci la Coppa Uefa di due stagioni fa. Poi Lucescu è una vecchia volpe del calcio europeo e venderà cara la pelle. La squadra è impostata su un'ossatura ucraina e dalla cintola in su tutto si snoda intorno a tre, quattro brasiliani che fanno la differenza. Sono rapidi e tecnici. E’ un turno equilibrato, non bisogna esagerare con i giudizi positivi. Sai se pescavamo il Barça sarebbe stata di certo più dura, ma non avevi nulla da perdere. Adesso psicologicamente è più difficile, perché loro non sono mai arrivati a questo livello e giocheranno spensierati, mentre tutti si aspettano che passi il turno e non puoi permetterti passi falsi. Anche dal loro punto di vista il sorteggio non è andato così male, potevano capitare con le altre big, ma le hanno evitate”.
Sul Milan: “Gara molto equilibrata. Tutte e due le squadre usano lo stesso sistema di gioco che ora va particolarmente di moda, ovvero tre mediani in mezzo a fare legna e rubare palloni per poi appoggiarsi ai campioni là davanti sperando che ti facciano la differenza. Se vince la Roma si riapre il campionato anche per le altre inseguitrici. Se vince il Milan credo si possa chiudere il discorso anche se siamo solo a dicembre. Sarebbe un segnale molto forte. I giallorossi devono crederci perché possono far girare questa stagione e darle un sapore diverso nel 2011. Il segreto di Allegri? Beh a parte Ibra che è fantastico, devo dire che il centrocampo più compatto e coperto sta facendo la differenza. Sono riusciti ad abbinare qualità e quantità; meno spettacolo ma più concretezza. Ora il calcio italiano è questo”.