ESCLUSIVA VG - Paragnani: "Spinte politiche per favorire Angelucci. Angelini potrebbe rilevare le quote Unicredit"
La redazione di Vocegiallorossa.it ha contattato il giornalista de Il Manifesto Herbert Simone Paragnani per analizzare e commentare le novità sulla cessione di As Roma.
Sei stato il primo a dare la cordata americana in vantaggio.
Il 2 gennaio è uscito questo mio articolo. Avevo iniziato il pezzo dicendo che la Roma era stata venduta a dicembre quello che poi, nonostante il caos mediatico degli ultimi giorni, si è verificato. Il nome di DiBenedetto è stato occultato fino a qualche giorno fa.
Il nome che faceva capo a questa cordata è stato tenuto nascosto fino all'ultimo.
Tutta la storia di Aabar si può riassumere in un dato: sicuramente gli arabi hanno chiesto informazioni, sicuramente sollecitati dalla stessa Unicredit. Non ha mai dato seguito, però, a questo piccolo interesse. Sicuramente c'era più di un investitore americano interessato, forse due, e pare ci fosse uno più forte ma che poi non ha dato seguito alle informazioni che aveva chiesto durante la fase delle offerte non vincolanti. Ci sono state delle fortissime spinte politiche per favorire l'unico italiano interessato ed è una cosa che ha portato Unicredit a mantenere un riserbo su chi c'era dietro veramente.
Si era cercato di favorire Angelucci?
Sì, c'erano delle spinte politiche. Nessuno osava scriverlo ma tutti sapevano questo. Ci sono state anche delle forti pressioni su Unicredit in favore di Angelucci. In queste ultime 24 ore è cambiato qualcosa; la curva si è schierata e il sindaco Alemanno - tra lo stupore generale - si è tirato fuori da questa storia. La banca ha valutato attentamente la situazione considerando la cordata americana quella più affidabile.
Quando è iniziata la trattativa con gli americani?
Tutti brancolavano nel buio. Solo Unicredit, anche in sede di offerte non vincolanti, sapeva chi c'era dietro. Credo che comunque sia iniziato tutto a dicembre e piuttosto rapidamente si è giunti alla conclusione che l'offerta americana potesse dare più continuità.
Ci sono novità sotto il punto di vista del piano industriale?
Si è fatto il nome di Baldini che personalmente stimo. E' anche vero che ogni volta che si ventilava un cambio di proprietà della Roma, Baldini è stato sempre tirato in ballo. Gli americani puntano molto sul marchio Roma. Ho guardato che cosa hanno fatto con i Red Sox: può non piacere ai tifosi che preferirebbero il magnate che compra il Messi di turno, DiBenedetto non è così. L'investitore è comunque interessante ma che cercherà di valorizzare il marchio. DiBenedetto, che è venuto l'ultima volta allo stadio per Roma-Bari, era basito nel vedere tutti i venditori ambulanti che vendevano le false maglie della Roma. E' una persona che ha reso i Red Sox una franchigia importante dopo 87 anni; loro hanno investito nei manager, non hanno strapagato i giocatori ma nonostante tutto hanno costruito una squadra vincente. Tra quattro-cinque anni l'As Roma varrà molto di più e gli americani potrebbero rivenderla a qualcuno più grande di loro.
L'italiano che potrebbe rilevare la quota chi è?
Penso si tratti di Francesco Angelini e l'ho ripetuto più volte nei miei articoli. E' un nome che si è sempre fatto, non è mai uscito di scena. Angelini non entrerebbe come Gruppo Farmaceutico ma come imprenditore singolo e credo che Unicredit, che almeno inizialmente dovrebbe tenere questo 40%, poi dovrà dismettere via via le sue quote. Angelini è sicuramente l'interlocutore privilegiato.
Angelini ha più volte detto che voleva entrare nell'As Roma con un partner.
Ha sempre detto che voleva prendere la Roma spendendo un 'tot', non di più e con la Banca come partner; questo potrebbe accadere a stretto giro di posta.