Totti ha peccato di presunzione, la leggerezza di Kjaer ha macchiato un'ottima prestazione del danese

Nato a Roma il 7 febbraio 1973, nel 2000 inizia a collaborare con Eurosport. Nel 2003 contribuisce alla nascita di Sportitalia di cui diventa dal 2006 responsabile della redazione romana e inviato per la Nazionale di calcio
26.03.2012 00:00 di  Marco Terrenato   vedi letture
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La legge di Ibrahimovic si abbatte ancora sulla Roma. Due gol, come all'andata, e rimonta subita dalla squadra di Luis Enrique che, pur senza fare la partita perfetta, aveva chiuso il primo tempo in vantaggio, grazie al nono gol di Osvaldo.

Confermata così la regola della Roma in testa alla classifica del campionato contando soltanto i primi 45 minuti di gioco, proprio davanti al Milan, peccato che, come sottolineato dallo stesso Luis enrique, conti solo il risultato del 90°.

E, per i giallorossi, la sconfitta di San Siro è sicuramente un'occasione persa, l'ennesima di una stagione altalenante dove le due vittorie consecutive, con cui la Roma si presentava al Meazza, erano una decisa inversione di tendenza.

Contro un Milan capolista uno stop si poteva anche mettere in preventivo, ma la sensazione è che Totti e compagni abbiano perso una partita che si poteva almeno pareggiare con la squadra di Allegri, in difficoltà fisica e di uomini, forse con la testa alla sfida di Champions con il Barcellona.

Il capitano giallorosso è la nota negativa della giornata, insieme a una difesa che ha pagato ancora un paio di disattenzioni. Totti ha avuto la possibilità di chiudere la gara, ma ha peccato di presunzione. Il cucchiaio tentato per superare Abbiati non è certo piaciuto a Luis Enrique che lo ha tolto insieme a Borini, dolorante a una coscia.

Il rigore del pareggio, su cui la Roma può recriminare per un fallo precedente su Heinze, incassato pochi minuti dopo l'errore di Totti, ha cambiato la storia del match. E paradossalmente la Roma, pur salvata da Stekelenburg in un paio di occasioni, ha subito il sorpasso nel momento migliore, dopo un primo tempo timido e una ripresa, grazie all'ingresso di Pjanic, Bojan e poi Lamela, decisamente più aggressiva, anche se poco concreta.

La leggerezza di Kjaer sul 2-1 finale di Ibra ha macchiato un'ottima prestazione del difensore danese, condannando la Roma all'undicesima sconfitta del torneo, una brusca frenata nella rincorsa al terzo posto.

La matematica e un calendario favorevole tengono vive le speranze, ma per una squadra così fragile sulla tenuta complessiva del match, il sogno Champions rischia di rimanere tale fino alla fine del campionato.