Mexes, Ranieri e lo sciopero...
Si riparte. Con nuovi stimoli, stessa voglia e qualche giocatore in più. Ma arriva con cinque assenze pesanti la Roma all'appuntamento con la difficile trasferta di Cagliari: campo sul quale non vince da quindici anni. Ranieri ha dovuto togliere dalla lista dei convocati Mexes, Taddei, Vucinic, Okaka oltre a Riise e Adriano. Giornate e serate a parlare del possibile impiego di Mexes o di Burdisso, del dualismo tra il francese e l'argentino, sondaggi, analisi e poi...ci ha pensato Ranieri a fugare tutti i dubbi. Il capitano dei Blues rimane a casa non convocato, ergo l'ex Inter sarà il padrone della difesa giallorossa al Sant'Elia.
Conferenza stampa col botto quella di mister Ranieri. Il tecnico di San Saba non le ha mandate a dire. Due stoccate alla società (o forse dovremmo dire alla dirigenza): i campi di Trigoria non sono ancora a posto come li vorrebbe, la campagna acquisti si è conclusa all'ultimo istante dell'ultimo giorno disponibile, dunque non è stato possibile fare una programmazione con la rosa al completo. Terzo capitolo riservato invece a quei giocatori che amano "parlare" quando sono lontani da Trigoria. E' stata la settimana delle nazionali e qualche dichiarazione fuori posto è arrivata, per esempio quelle di Mexes. Ranieri non aspettava altro che qualche giornalista lo imbeccasse su questo argomento. "Infastidito da certe dichiarazioni? Certo e i protagonisti vengono redarguiti. Perchè anche se vanno fuori non diventano figli dei fiori. Sono sempre stipendiati dalla Roma".
Le parole del francese in settimana ("Non so se rinnoverò il contratto..."), non nascondiamocelo, avevano per certi versi sorpreso tutti e preoccupato un po' la piazza. Facile immaginare che il clima nello spogliatoio non possa essere dei migliori dopo la scelta di lasciare a casa Mexes. Una decisione quella di Ranieri che potrebbe avere conseguenze sul proseguo di stagione della Roma. Nulla è infatti trapelato nei giorni scorsi in merito a ipotizzabili "acciacchi" del francese. Legittimo dunque immaginare che si sia trattata di una mancata convocazione "punitiva".
Intanto è arrivata la notizia che i calciatori di Serie A il 25 e 26 settembre prossimi non scenderanno in campo perchè ufficialmente in "sciopero". La quinta giornata del campionato - quella in cui dovrebbe andare in scena Roma-Inter- rischia dunque di saltare. L'AIC (Associazione Italiana Calciatori) incrocia le braccia per dire no alla posizione della Lega Calcio sul rinnovo del contratto collettivo. Due giorni fa infatti l’assemblea delle squadre di A, ha approvato una piattaforma composta da otto punti in cui si parla di forte variabilità dell’ingaggio legata ai risultati raggiunti, esclusività della prestazione sportiva del calciatore, divieto di rivolgersi a medici diversi rispetto a quelli consigliati dai club, abolizione dell’obbligo di non far allenare a parte elementi della rosa, revisioni dei limiti massimi all’importo delle multe, riforma del procedimento davanti al Collegio arbitrale, previsione di codici di condotta in ogni società e limitazione della possibilità di rifiutare la cessione, vedi il caso di Julio Baptista.
A questo punto consentiteci due riflessioni: la proposta della Lega di costringere un giocatore a trasferirsi in un altro club a patto che vi siano le stesse condizioni di ingaggio ci sembra quantomeno una barzelletta: un giocatore è libero di rimanere nella città che ha scelto nel momento in cui si è accasato con una società, ed è libero di voler rispettare il contratto firmato. A presidenti e dirigenti non viene puntata una pistola alle tempie nel momento in cui vengono offerti contratti pluriennali e plurimilionari ai calciatori.
Allo stesso tempo, però, l'AIC avrebbe potuto sollevare il proprio dissenso in altra forma: scioperi e agitazioni lasciamoli a chi è davvero nelle condizioni di doverle fare. E' imbarazzante dover parlare di sportivi strapagati che "incrociano le braccia" (in questo caso le gambe!). Siamo abituati a parlare di sciopero per gli operai, i precari, i lavoratori dei call-center. Ecco appunto... i lavoratori!