Le gare di Praga e Milano non sono all'altezza di una squadra con ambizione. Il dovere di puntare al quarto posto
Zitti tutti, lasciamo parlare il campo. Questo il diktat di José Mourinho per preparare una sfida fondamentale come il derby. Il tecnico portoghese ha imposto il silenzio stampa all’Eden Arena. Ha parlato solo lui e ha preferito far concentrare i suoi calciatori solo sul pallone. E sarà silenzio anche alla vigilia, anche se questa non è una novità. Quando Mourinho parla durante la settimana in coppa, preferisce non replicare alla vigilia della gara del weekend. Anche Sarri, sponda Lazio, rimarrà in silenzio e così il derby sarà preceduto dalla più classica quiete prima della tempesta.
RABBIA – Volendo prendere il buono dalla figuraccia di Praga, si può ipotizzare che i giallorossi avranno una tale voglia di riscatto, una tale rabbia da scendere in campo come lupi incazzati (cit. Garcia) e determinati nell’agguantare una vittoria che sarebbe fondamentale. Fondamentale per la classifica e per il morale, per ridare entusiasmo all’ambiente e consapevolezza di poter battere una big, cosa che ultimamente sta succedendo di rado. Consentirebbe anche a José Mourinho di passare due settimane in serenità, prima dell’ultimo blocco di partite fino a capodanno.
SIAMO ANCORA ALL'INIZIO, O FORSE NO - D’altronde, a furia di dire che siamo all’inizio della stagione, siamo arrivati quasi a un terzo del campionato e la classifica continua a piangere. Prestazioni come quelle di Praga o di Milano non sono all’altezza di una squadra che ha ambizioni. Non giriamoci attorno: la Roma ha il diritto e il dovere di puntare ai primi quattro posti e di tentare, almeno tentare, di arrivare nuovamente in finale di Europa League. Non si scende al di sotto di ciò: lo chiede la gente, l’urlo della Curva, l’urlo dei tifosi che ogni domenica trasformano l’Olimpico in un inferno. Lo chiede anche il bilancio, il peso del monte ingaggi. L’obiettivo è chiaro e il tempo sta, lentamente, diminuendo. Bisogna fare punti e bisogna farlo anche nelle gare difficili, avendo toppato troppe gare sulla carta facili. A Mourinho, l’arduo compito di trasformare il tutto in punti, punti pesanti, punti d’oro perché la classifica deve al più presto migliorare.