My Roma, Campanile: "Meglio la tessera del socio"

08.09.2010 14:05 di  Massimiliano Bruno   vedi letture
Fonte: Centro Suono Sport
My Roma, Campanile: "Meglio la tessera del socio"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

E' intervenuto ai microfoni di "Te la do io Tokyo", programma di Centro Suono Sport, Walter Campanile, presidente di My Roma, l'Azionariato Popolare giallorosso. Ecco l'intervista:

Che ruolo ha Daffina nel progetto?

"Partecipò al codice etico all’assemblea costituente. Daffina è presente nel progetto è stato uno dei costituenti. A quell’epoca non si sapeva che ruolo avrebbe ricoperto Daffina".

Quali sono le differenze tra tessera del tifoso e tessera da socio?

"Noi avevamo detto nel documento programmatico che la posizione di myroma è una posizione di riflessione. Perchè introdurre una tessera che ancora è cosi anomala per sistema europeo? Perchè non si introduce tessera da socio per azionariato popolare che è una cosa completamente diversa? I soci avrebbero diritti completamente diversi. Io voglio riavere la dignità di tifoso. Abbiamo ritenuto necessario dare un’indicazione di modificare la tessera del tifoso con la tessera da socio. Sono in contatto con altre tifoserie che stanno facendo l’azionariato popolare e che hanno salvato diversi club come in Lega Pro".

E’ vero che anche i bambini devono pagare una quota per associarsi?

"Quelle sono le tabelle per diventare socio come si è a Barcellona, che c’è una gradualità di crescita. Noi abbiamo voluto ripercorso lo stesso percorso. In un sistema di azionariato popolare il bambino gradualmente viene accompagnato e educato all’azionariato fino ai 18 anni quando poi avrà anche il diritto di voto all’assemblea. Noi porteremo avanti battaglie a carattere collettivo mai individuale. La violenza si deve combattere con esempi non con la tessera: gli esempi si creano con gli anni facendo il tifo per la propria squadra. I ragazzi con il corso degli anni devono crescere con questa idea. Abbiamo la volontà di cambiare le cose. La violenza si combatte con i buoni esempi che possiamo essere noi. Chi porta l’etica del calcio siamo noi non certo chi gestisce il calcio. Myroma sta nascendo con il volontariato delle persone, non possiamo offrire subito grandi cose ai tifosi per questo abbiamo allungato il periodo e abbassato la quota".

Quale sarebbe il ruolo di MyRoma nella fase di vendita?

"A noi non interessa chi c’è dall’altra parte. Noi vogliamo proiettare la Roma come un club moderno dove l’azionariato sta diventando fondamentale. Chi viene sarà nostro interlocutore e lo rispetteremo e lo abbiamo sempre dimostrato. Avere una partecipazione popolare nelle strutture sarebbe importante per Roma e tifosi. Ci riappropriamo della dignità di tifoso. Mi sento ora più cliente che tifoso. Domani ci sarà questo evento alla Provincia di Roma dove chiederemo un aiuto anche per far collaborare i nostri tifosi disabili. Sono piccoli progetti che alla lunga porteranno benefici anche a carattere economico. Molto spesso la parola Roma non è visto con interesse perché non abbiamo dato dimostrazione di attitudine al fare. È arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e far qualcosa. Facciamoci trovare pronti. Se si crea un soggetto giuridico pubblico che cosa si ha da perdere?Abbiamo solo da guadagnare dal punto di vista di crescita".

Quale incidenza ci sarebbe nella campagna acquisti? "Quello che i tifosi vogliono non è quello che la legge prevede. Sarebbe più intelligente farci trovare pronti, creare progetti tra club tifosi e istituzioni e creare nuovi introiti. Vorrei stare con i piedi per terra; abbiamo previsto di crescere ogni anno in modo graduale. Nel concetto di azionariato popolare più siamo meglio è. Non parlerei di sostituzione a un investitore ma di collaborazione. Cominciamo un percorso dove è ovvio che il tifoso della Roma è dubbioso ma infatti noi facciamo assemblee e cene proprio per questo. I soldi stanno sul conto corrente di myroma. Ogni socio nel sito potrà vedere estratti mensili oltre al bilancio. Questa è la trasparenza che ho sempre detto. Oggi le persone stanno cominciando a capire che possono fare qualcosa. Stiamo costruendo strutture di volontariato. Ci siamo ispirati al modello tedesco con dei corretivi spagnoli. In Spagna non tutti i club hanno lo stesso modello, solo 4 società sono associazioni e sono Barcellona, Real Madrid, Osasuna e Bilbao. Le altre sono diventate società di capitali. La Uefa appoggia l’azionariato popolare lo ha sempre dichiarato e vuole agevolare questi movimenti ma i club devono essere ricettivi. Sollecito tutti ad informarsi e a farsi un idea noi rispondiamo a tutte le domande. Noi stiamo facendo il massimo da 13 mesi ma abbiamo il bisogno dell’aiuto di tutti. Bisogna capire che l’azionariato non è uno strumento solo finanziario ma ha una componente importante ed è quella sociale".