Torino, Benedetti: "Secondo posto come uno scudetto per la Roma"
L'ex giallorosso e attuale addetto al settore giovanile del Torino, Silvano Benedetti, parla ai microfoni di AS Roma Match Program. Ecco le sue parole.
Sulla finale di Coppa Italia 1991/1992 contro il Torino.
“Su un tiro di Silenzi, una deviazione sfortunata, un peccato. Invece mi piace ricordare che negli ultimi minuti della finale di ritorno ho avuto la palla del 6-2 che ci avrebbe fatto vincere la Coppa Italia, un gol più facile da fare che sbagliare… un colpo di testa a centro area, parato a terra da Marchegiani. Se avessimo vinto con un gol dell’ex chissà come l’avrebbero presa a Torino, ma indossavo la maglia della Roma, io sono sempre stato un professionista”.
Oggi lavora al Torino, nel settore giovanile, di cosa si occupa precisamente?
“Mi prendo cura dei ragazzi del vivaio, coordino le attività di base dei bambini dai 6 ai 12 anni”.
Com’è l’approccio dei giovani al calcio di oggi?
“Bellissimo perché i bambini si accostano al calcio naturalmente, l’avvicinamento spontaneo allo sport. Sono i genitori che spesso rovinano la spontaneità dell’approccio dei bambini intravedendo sin dagli otto anni dei futuri campioni, con relativo risvolto economico”.
I ragazzi di oggi sono diversi rispetto a quando cominciò lei?
“Sono tecnologicamente molto svegli e reattivi su alcune cose. Calcisticamente invece sono molto più indietro; ai nostri tempi si faceva attività motoria per strada e non solo calcio, ma movimento in generale”.
Quanto è difficile diventare giocatore vero?
“Si nasce calciatori, non lo si diventa. Lo si ha nel DNA. Totti sarebbe diventato calciatore con qualunque allenatore. Per me il miglior istruttore è quello che fa meno danni. Va fatto vivere lo sport in maniera libera, questo ingrediente necessario per arrivare a giocare ad alti livelli”.
Per lei come andò?
“Ho cominciato nelle giovanili del Torino e in qualche modo Roma e Toro sono simili. Entrambe hanno due tifoserie calde e vicine alla squadra, sono il dodicesimo uomo in campo. L’ambiente però è diverso. Roma è una piazza importante, ti dà tanto, ma ti toglie anche tanto. È una città che ti porta a distrazioni con più facilità, io ho sempre definito Torino una città più operaia dove si lavora tranquilli durante la settimana”.
Poi come avvenne il suo passaggio in giallorosso?
“Feci una buona partita a Roma, marcai Voeller e Mascetti mi volle alla Roma. Non ebbi alcun dubbio, se la Roma chiama non si può dire di no, l’unica remora era lasciare la società che mi aveva cresciuto”. Cosa ricorda di quel periodo? “Una bella esperienza con alcuni momenti difficili. Ho avuto la fortuna di avere come compagni giocatori di altissimo livello Giannini, Rizzitelli e Francesco Totti”.
Chi è Francesco Totti?
“Unico, un esempio da seguire dentro e fuori dal campo”.
La sua Roma avrebbe potuto fare meglio?
“Avrebbe assolutamente potuto fare meglio. Aveva un potenziale di buon livello”.
Questa Roma come le sembra?
“La Roma ha fatto un campionato strepitoso, ha davanti una squadra fortissima che non ha lasciato indietro un colpo. Per me se la Roma arriva seconda ha vinto il suo scudetto. È la squadra che fa lo spettacolo più bello nel rettangolo verde”.
E la stagione del Torino fino ad oggi?
“Ottima per quello che è accaduto nel mercato estivo. Abbiamo venduto i due capocannonieri della Serie A e dopo un inizio complicato il gruppo ha ristabilito l’equilibrio dello scorso anno”.
Di chi è il merito?
“Ventura ha tenuto il timone della squadra coadiuvato dal Presidente e dal Direttore Sportivo”.
Che gara sarà quindi?
“Una partita tra due squadre con il duplice obiettivo di vincere. Il Toro vuole fare punti per arrivare in Europa League e la Roma vuole raggiungere la zona Champions. Una gara equilibrata tra due squadre che vorranno vincere”.
Come potrebbe risolversi la gara?
“Con un calcio piazzato, una punizione”.
Un giocatore su tutti?
“Farei un torto a qualcuno, ci sono troppi calciatori di alto livello. Inoltre stanno venendo fuori dei giovani validissimi, come sempre dal settore giovanile giallorosso”.
Il suo giudizio su Garcia?
“È un grande allenatore, che ha saputo dare stimoli in continuazione ai suoi. Ha costruito una squadra che può lottare per lo scudetto, la persona giusta nella piazza giusta. La sua dichiarazione di inizio stagione di voler vincere lo scudetto ha creato una illusione nei tifosi, ma come ho già detto la Roma ha davvero fatto un campionato strepitoso”.