Un Chi...occhio al Regolamento - Lazio-Roma 3-2
Altro derby amaro per la Roma quello perso per 3-2 nel pomeriggio di ieri, nel quale il sestetto arbitrale guidato dal fiorentino Gianluca Rocchi ha offerto spunti per poter analizzare il Regolamento. Lo scopo della rubrica non è infatti quella di proporre una pura e semplice moviola, ma quello di analizzare gli episodi che si verificano nelle partite per poter parlare del Regolamento e per capire perché l'arbitro prende determinate decisioni.
Al 5', con la Roma in possesso di palla, l'impianto di illuminazione dello Stadio Olimpico cessa, almeno in parte, di funzionare. Il gioco prosegue per qualche secondo, i giocatori si rivolgono all'arbitro che però fa segno di continuare a giocare, finché Francesco Totti non fa uscire il pallone interrompendo l'azione. La decisione di continuare o meno a giocare a causa di un'insufficiente illuminazione è responsabilità esclusiva dell'arbitro:
L’arbitro è autorizzato ad interrompere la gara se, a suo giudizio, l’illuminazione artificiale risulta inadeguata.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Interpretazione delle Regole del Gioco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 5 "L'Arbitro").
Un po' come accade quando un uomo rimane a terra contuso, seppur non gravemente infortunato, i giocatori si sono presi carico della decisione di interrompere il gioco, anche se per Rocchi il parziale funzionamento dell'impianto di illuminazione era sufficiente per proseguire la gara. Su richiesta dei giocatori, il gioco è comunque rimasto fermo per qualche minuto, in attesa del ripristino del funzionamento delle luci.
Al 21', la Lazio gioca un'azione d'attacco con Abdoulay Konko, che da destra opera un traversone ricevuto da Miroslav Klose, autore di un tentativo di colpo di testa parato da Mauro Goicoechea. Vicino all'attaccante tedesco è appostato però Stefano Mauri, in posizione irregolare nel momento della conclusione del compagno, con l'assistente Padovan che sbandiera l'infrazione di fuorigioco del numero 6 biancoceleste.
Un calciatore in posizione di fuorigioco deve essere punito solo se, a giudizio dell’arbitro, nel momento in cui un suo compagno gioca il pallone o è da questo toccato, egli prende parte attiva al gioco:
- intervenendo nel gioco;
oppure
- influenzando un avversario;
oppure
- traendo vantaggio da tale posizione.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 11 "Il Fuorigioco").
Mauri non è intervenuto nel gioco, giacché non ha fatto parte dell'azione, né ha tratto vantaggio dalla sua posizione, visto che il pallone, deviato da Goicoechea, è terminato poi fuori. E' plausibile dunque che Padovan abbia ritenuto che la posizione di Mauri, avanzata rispetto a quella di Klose che colpiva il pallone, influenzasse il portiere giallorosso, offrendogli una potenziale "minaccia" di interferenza nella traiettoria del pallone.
Il 45'+2 è senz'altro il minuto che cambia definitivamente la gara. Daniele De Rossi viene infatti espulso dall'arbitro, dopo aver colpito con un pugno in volto Mauri. In casi simili, il Regolamento fa distinzione tra grave fallo di gioco e condotta violenta, entrambe passibili di cartellino rosso:
Un calciatore titolare, di riserva o sostituito deve essere espulso se commette una delle sette infrazioni seguenti:
1) è colpevole di un grave fallo di gioco;
2) è colpevole di condotta violenta;
(...)
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 12 "Falli e Scorrettezze").
Grave fallo di gioco
Un calciatore si rende colpevole di un grave fallo di gioco se, a gioco in svolgimento, usa vigoria sproporzionata o brutalità nei confronti di un avversario durante un contrasto per il possesso del pallone.
Condotta violenta
Un calciatore si rende colpevole di condotta violenta se, in mancanza di alcuna contesa per il pallone, usa vigoria sproporzionata o brutalità nei confronti un avversario.
(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Interpretazioni delle Regole del Gioco e Linee Guida per Arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze").
La distinzione, seppur relativa solamente ad una finezza regolamentare, verte dunque sull'esistenza o meno di una contesa per la conquista del pallone. In entrambi i casi, il cartellino rosso mostrato da Rocchi al romanista è stata ovviamente la corretta sanzione disciplinare da adottare.