Les jeux sont faits. Adieu Monsieur Garcia
Per la Roma oggi è la fine di un'era: si è consumata l'ultima alba giallorossa di Rudi Garcia. È il compimento di un ciclo che, come tanti in passato, ha lasciato i tifosi capitolini all'asciutto. Gli stessi tifosi che da tempo chiedevano invano un trofeo alla proprietà americana, dopo aver fatto trascorrere lunghi anni di buoni propositi e poco più. Stavolta però non c'è spazio per la commiserazione, ma solo per l'amarezza di aver buttato al vento stagioni con più dolori che gioie. Già, perché sotto l'egida del tecnico francese, i momenti di luce non sono mancati. Il biglietto da visita delle dieci vittorie nelle prime dieci partite aveva fatto sbilanciare più di qualcuno. È lui il messia - avranno pensato i più ottimisti - ora congedati con un “rien ne va plus”. Garcia di occasioni ne ha avute tante, ma non ha saputo sfruttarle. Anche quando la società gli ha messo a disposizione una squadra che chiedeva solo di essere accompagnata verso la gloria, il tecnico francese ha saputo solo condurla verso gli Champs-Elysees.
Qui non siamo in Francia e il patibolo è stato abolito ormai da qualche secolo, ma tanti tifosi della Roma hanno chiesto la testa di Rudi Garcia negli ultimi mesi. I rapporti si erano incrinati già da tempo, questo è indubbio. Quel suo modo di far giocare la squadra, tutto attacco e niente difesa, e quel suo modulo univoco, non incline al cambiamento, erano troppo da sopportare per chi ha a cuore le sorti della Roma. Il tifoso romanista è per assonanza romantico, tradizionalista, esageratamente scaramantico, tanto che, al solo nominare “quella parola”, partono gesti propiziatori di ogni tipo. Se un allenatore venuto da lontano dichiara alla sesta giornata “Vinceremo lo scudetto”, la piazza se la mette inevitabilmente contro. E a poco serve fare marcia indietro quando le cose non sono andate come voleva. “Una divinità misteriosa ha deciso di punirmi per questo peccato di superbia”. Ora, una divinità ben più pagana ha deciso che Garcia non sarà più l'allenatore della Roma. Ma chi risarcisce i tifosi dopo l'eliminazione in Coppa Italia per mano dello Spezia? Chi gli restituisce la dignità persa nelle partite contro Bayern Monaco e Barcellona? Chi li farà riprendere da un deja vu lungo due stagioni e mezzo? Garcia qualche opportunità in un'altra squadra la troverà, ma il più lontano possibile dalla Capitale, una città che non l'ha capito fino in fondo. Poteva essere il quarto re di Roma “dopo il Papa, Totti e il Libanese” e invece sarà ricordato solo come un semplice centurione. Di lui rimarranno il record di 85 punti in una stagione e alcune perle, vedi la sviolinata in segno di protesta contro l'arbitro Rocchi, oppure il famigerato “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”. L'unica cosa certa è che i giallorossi un giorno torneranno a vincere, ma non con il tecnico francese in panchina. Adieu Monsieur Garcia. A qualcuno (non a molti, forse) mancherai.