La diga del capitano
Nelle ultime settimane, o forse è meglio dire negli ultimi anni, le parole su De Rossi si sono sprecate. Ex calciatori, opinionisti, conduttori vari, giornalisti ed esperti di tattica hanno esaltato la capacità del centrocampista di Ostia di fornire maggior equilibrio, dare garanzie alla squadra, spesso basando il loro discorso sull'importanza del carisma. Essendo però questo un principio non verificabile, proviamo ad analizzare i dati e le statistiche dell'ultima gara romanista, quella di lunedì sera vinta a fatica contro il Bologna, soffermandoci sul rendimento difensivo dei giallorossi.
In un Olimpico semi-vuoto (ovvia conseguenza del giocare in un giorno feriale), ma riempito idealmente dalla spinta della Curva Sud nel finale, la Roma ha subìto l'iniziativa degli uomini di Mihajlović, concedendo ai rossoblù ben 20 tiri verso la porta difesa da un ottimo Olsen.
IL CENTROCAMPO MUTEVOLE - Lo schieramento iniziale mandato in campo da Di Francesco prevedeva un 4-3-3, con a centrocampo Pellegrini e Cristante ad aiutare Nzonzi che agiva da mediano. Il centrocampo è stato modificato due volte nel corso dei 90 minuti. Al rientro dagli spogliatoi, finito l'intervallo, si è passati al 4-2-3-1, con l'ingresso di El Shaarawy al posto di un Cristante poco brillante. Nzonzi e Pellegrini davanti alla difesa. La seconda revisione è avvenuta al minuto 68, quando Daniele De Rossi entra al posto di Kluivert, permettendo a Pellegrini di alzarsi sulla trequarti, ed andandosi a posizionare al fianco del francese campione del mondo.
CON E SENZA DI LUI - Dei già citati 20 tentativi bolognesi, ne sono arrivati 16 dal primo minuto al 68 (ingresso in campo di De Rossi), da quel momento al triplice fischio i restanti 4. Facendo due calcoli, la Roma senza il suo capitano ha subìto 0,23 tiri al minuto; con il numero 16 in campo, invece 0,15. A una prima occhiata, potrebbe sembrare una piccola, ineccepibile differenza, ma non è così. Se estendiamo il calcolo ad un'ipotetica gara intera giocata con De Rossi, Olsen avrebbe avuto 7 tiri in meno a cui pensare. 13 e non 20 (fermo restando che sarebbe grave concedere anche 13 conclusioni alla terzultima in classifica, in una gara casalinga).
PERCHÉ? - Non è merito del modulo, perché il periodo della partita trascorso con la coppia Pellegrini-Nzonzi a centrocampo è stato il più produttivo per l'attacco rossoblù. Non per il carisma, o quanto meno, come detto ad inizio articolo, non è dimostrabile come tesi. Una possibile spiegazione c'è: gran parte delle offensive del Bologna sono arrivate nella zona centrale del campo e De Rossi-Nzonzi rappresentano una diga ben fornita per filtrare a dovere i pericoli. La Roma ha sofferto alcune triangolazioni e scambi al limite della propria area di rigore e il campione del mondo (quello del 2006) è uno dei più bravi in Italia nel contrasto indiretto, ossia la copertura delle linee di passaggio.
Adesso è tempo di pensare alla prossima gara, in programma sabato sera a Frosinone. Una partita insidiosa, contro una squadra alla ricerca di punti per sognare un altro anno in Serie A. L'obiettivo è quello di presentarsi al derby della settimana successiva con un vantaggio di 6 punti sui biancocelesti, ai quali è stata rinviata la sfida con l'Udinese in programma lunedì prossimo. Per farlo servirà una Roma più equilibrata, che conceda meno rispetto a quanto visto contro la squadra di Mihajlović. Per migliorare quella prestazione difensiva, non servirà necessariamente De Rossi, basterà scendere in campo e non lasciare la grinta negli spogliatoi e nelle dichiarazioni. Ma visti i numeri, il capitano può dare una mano.
Prossima partita: Frosinone-Roma, sabato 23 febbraio ore 20:30
Probabile formazione (4-3-3): Olsen; Santon, Fazio, Jesus, Kolarov; Cristante, De Rossi, Lo. Pellegrini; El Shaarawy, Dzeko, Perotti.
Ballottaggi: Santon/Florenzi, Jesus/Marcano, De Rossi/Nzonzi.
In dubbio: -
Indisponibili: Schick, Karsdorp.
Diffidati: Fazio, Zaniolo, Manolas, Florenzi