L'ultimo Re di Roma
L'immagine da cui partire è quella di Alessandro Florenzi all'aeroporto di Fiumicino: di spalle per nascondere quel viso che dice tanto, anche se prova a mascherare il mare d'emozioni e di pensieri che gli passano per la mente in quel momento. Chissà quanti fossero per la nuova avventura (al momento fino a giugno) valenciana. La maggior parte quasi certamente saranno stati per Roma, per la Roma. Dà le spalle a chi gli ha voltato le spalle a sua volta, un meccanismo di difesa. Arriva la chiamata del volo, testa bassa verso quel futuro che è già diventato il suo presente. Nel silenzio attonito un "Ciao Ale" al quale risponde, sempre di spalle, con un gesto della mano. Lascia Florenzi, qualche mese dopo Totti (dal suo ruolo indefinito di dirigente) e l'altro ultimo capitano, Daniele De Rossi. Ognuno a modo suo, ma col comune denominatore di chi fondamentalmente si è sentito messo alla porta dalla società con la quale si è identificato sia da tifoso che da calciatore professionista. Da oggi la Roma ha un capitano straniero: Edin Dzeko. Un fatto che non accadeva dal 1998, lo scorso millennio, quando l'allora capitano (lo fu da settembre a ottobre) era Aldair Nascimento do Santos o più semplicemente, Pluto. Una sorta di anomalia [anche Carboni (ceduto come Florenzi da capitano al Valencia) e Balbo lo furono per una stagione] di una tradizione dei “figli di Roma, capitani e bandiere, il mio vanto che non potrai mai avere”, tra il decennio (1987-1996) da capitano del "Principe" Giannini, quello che sarebbe stato il regno ventennale (1998-2017) di Francesco Totti, le recentissime stagioni con De Rossi e fino Juventus-Roma di Coppa Italia, Florenzi.
Panta rei (tutto scorre) professava Eraclito, ma fondamentalmente, chissenefrega dei greci, siamo a Roma, la Città Eterna, per definizione che non passa mai. Ecco che la soluzione alla questione, le tradizioni sono importanti, la si ha già: Lorenzo Pellegrini. Magari, come cantava De Gregori ha "ancora le spalle strette" (la maglia numero 7 già la indossa) per ereditare fin da subito la fascia da capitano. È nel suo destino. Non può non esserlo se sei stato investito al ruolo da Francesco Totti: "A lui ho promesso tante cose, che spero possano avverarsi, è un ragazzo speciale, può dare tanto a questa maglia. È tifoso della Roma e qualche romano dentro serve sempre". Il passato spesso aiuta a comprendere meglio il presente. Il fine ultimo è cercare di rendere ancora più grande la Roma, un po' come il passaggio da monarchia a impero, dove si raggiunse la massima espansione della potenza dell'Urbe. Il titolo di ottavo Re fu prima di Paulo Roberto Falcao, poi anche di Totti. In questo pezzo di storia del club, fatto più di tradizioni che di vittorie, l'Ultimo Re di Roma, rischia di essere Lorenzo Pellegrini. Fino al passaggio a Impero (ci riuscirà Friedkin?), allora l'appellativo potrà essere di primo imperatore, come lo fu Ottaviano Augusto, anche lui romano di natali...