I Top & Flop del 2021

02.01.2022 17:15 di Marco Rossi Mercanti Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti
I Top & Flop del 2021
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Con il 2021 che si chiude, andiamo a ricordare come di consueto quali sono stati i momenti top e quelli flop di quest’ultimo anno a tinte giallorosse.

TOP

IL CAMMINO IN EUROPA LEAGUE – Dopo la semifinale della Champions League 2017/2018, nella passata stagione la Roma di Fonseca ha raggiunto lo stesso traguardo ma in Europa League. Un’avventura iniziata nella fase a gironi con qualificazione archiviata già dopo 4 gare, in un gruppo che comprendeva CSKA Sofia, Cluj e Young Boys. Partite sulla carta abbordabili, ma comunque con avversari da non sottovalutare come la compagine elvetica, che in questa edizione della Champions League ha battuto il Manchester United e fermato l’Atalanta in casa. Dopo aver agevolmente superato il Braga nei sedicesimi di finale, il sorteggio non è stato benevolo con la Roma, che ha pescato in sequenza Shakhtar Donetsk, Ajax e Manchester United, tutte e tre “retrocesse” dalla prima competizione europea per club. Nonostante ciò, gli uomini di Fonseca hanno arginato gli ostacoli perdendo solo un incontro (che analizzeremo nei flop) decisivo nella fase a eliminazione diretta a “Old Trafford”.

LA COPPA ITALIA FEMMINILE – Se la Roma non vince un titolo ufficiale dal 2008, la selezione Femminile nata nel 2018 ha impiegato 3 stagioni per mettere un trofeo in bacheca. Il 30 maggio, infatti, l’allora squadra di Betty Bavagnoli superava il Milan dopo i tiri di rigore nella finale di Coppa Italia giocata al “Mapei Stadium” di Reggio Emilia. Un titolo che le ragazze oggi guidate da Spugna proveranno a bissare (ai quarti di finale c’è il Como), magari arricchendo già il palmarès con l’imminente Final Four della Supercoppa Italiana.

L’INGAGGIO DI MOURINHO – Nella mattina del 4 maggio, la Roma annunciava la separazione a fine stagione con Fonseca. Nel primo pomeriggio, invece, con un altro comunicato ufficiale José Mourinho veniva nominato nuovo allenatore a partire dalla stagione 2021/2022. Un tweet uscito dal nulla che, inevitabilmente, ha scatenato reazioni positive da parte dei tifosi, consci forse di vedere allestita una squadra competitiva per vincere un trofeo ufficiale. D’altronde, se metti sotto contratto un tecnico da 25 trofei, che torna in Italia dopo la straordinaria parentesi all’Inter con il Triplete del 2010, è normale e lecito pensare in grande. Dopo questa prima parte di stagione, i sogni di gloria sembrano essere ancora rimandati, ma è doveroso anche ricordarsi come Mourinho ha chiuso la sua conferenza stampa di presentazione lo scorso 8 luglio: “Come si immagina la sua Roma tra tre anni? Me la immagino che stia festeggiando”. L’auspicio è che tutto ciò possa avverarsi anche prima.

IT’S COMING ROME – Indirettamente, la vittoria dell’Italia nel Campionato Europeo richiama Roma. Innanzitutto, gli inglesi hanno forse peccato di presunzione, cantando spesso “It’s coming home” come a indicare una vittoria assicurata, la seconda dopo l’unico trofeo risalente al 1966 con il mondiale casalingo. Purtroppo per loro, il passaggio da “It’s coming home” a “It’s coming Rome” è stato breve, con la Nazionale di Mancini a sollevare il trofeo dopo i tiri di rigore proprio a Wembley. Per quanto riguarda i giocatori giallorossi impegnati, il migliore è stato indubbiamente Spinazzola, fermato poi ai quarti di finale contro il Belgio per la rottura del tendine d’Achille sinistro. Seppur impiegato come alternativa a centrocampo, Cristante è stato in qualche modo decisivo in finale: dalla sua “spizzata” su angolo, infatti, è nato il pareggio di Bonucci. Infine, da segnalare che il terzo romanista campione d’Europa sia stato Florenzi che, la sera dell’11 luglio, era a tutti gli effetti un calciatore della Roma avendo concluso il prestito al Paris Saint-Germain.

ATALANTA-ROMA 1-4 – La gara del 18 dicembre scorso è probabilmente la miglior espressione della Roma di Mourinho non tanto per il gioco, quanto dal punto di vista dell’interpretazione del match. I giallorossi hanno lasciato l’iniziativa agli orobici, ma hanno colpito appena possibile e sono usciti dal “Gewiss Stadium” con un successo meritato, interrompendo così la fastidiosa striscia negativa dei big match. Una statistica che Mourinho ha tenuto ad “aggiornare” nell’immediato post gara: “Ora posso dirvi che, dopo che sono passati 19 mesi che non si batteva una big, ora sono 20 minuti che non si batte una big”.

MAI SOLA MAI – Da questa stagione gli stadi sono stati riaperti sino al 75% della capienza. I tifosi giallorossi, spinti indubbiamente anche dall’entusiasmo generato da Mourinho, non hanno fatto mancare il loro apporto registrando diverse volte il sold-out per i posti attualmente disponibili. A riguardo, riportiamo alcuni dati. La Roma è al primo posto per media spettatori se consideriamo solo le partite giocate al 75% della capienza. Globalmente, la Roma è seconda alle spalle del Milan in questa classifica, ma pesa il match in più giocato col 50% della capienza. Era dalla stagione 2004/2005 che la Roma non faceva registrare un'affluenza così alta come quella di quest'anno, che è di 48.527 spettatori. Tra gli altri primati, la squadra di Mourinho è in testa alla classifica per percentuale di riempimento dello stadio (91,4%), è stata la prima squadra a lanciare la campagna abbonamenti e l'unica in Serie A a non essere mai scesa sotto i 40.000 spettatori, col picco minimo rappresentato dai 44.844 spettatori di Roma-Spezia, giocata di lunedì.


FLOP

ROMA-SPEZIA 2-4 D.T.S… ANZI 0-3 A TAVOLINO – Il 19 gennaio scorso la Roma debutta in Coppa Italia negli ottavi di finale in gara secca contro lo Spezia. Una sfida andata in scena nella stessa fase già nella stagione 2015/2016, con eliminazione dei giallorossi dopo i tiri di rigore. Un motivo in più, quindi, per prendersi una rivincita nella competizione. Le cose, tuttavia, prenderanno una piega inaspettata. Ridotti in 9 nei tempi supplementari, gli uomini di Fonseca perderanno la sfida sul campo per 4-2, ma anche fuori con uno 0-3 a tavolino. Il motivo? L’ingresso di Ibanez al 95’ al posto di Pedro, sesto cambio della partita e non consentito.

LE TENNISTICHE SCONFITTE – Se nei Top avevamo giustamente elogiato il cammino in Europa League della Roma, al tempo stesso dobbiamo analizzare l’unica, pesante sconfitta nella fase a eliminazione diretta. Nell’andata contro il Manchester United, la Roma chiude il primo tempo avanti a “Old Trafford” per 2-1 e tre infortuni subiti (Veretout, Pau Lopez e Spinazzola). Con tutte le attenuanti del caso e considerando anche la forza degli allora uomini di Solskajer, rimane comunque ingiustificabile prendere 5 gol nella ripresa, compromettendo così la gara di ritorno. Questa spiegazione di Cristante nel post gara: “Ci abbiamo messo del nostro, non siamo stati bravi a restare compatti. Dovevamo abbassarci di più e provare a mantenere il risultato, abbiamo provato a recuperare e a vincerla, ma abbiamo sbagliato”. Passano pochi mesi, cambia l’allenatore, cambia lo scenario, ma non cambia la disfatta. Nella terza giornata della neonata Conference League, la Roma è di scena nel Circolo Polare Artico contro il Bodø/Glimt. Mourinho opta per un massiccio turnover e il primo tempo si chiude 2-1 per i norvegesi. Nella ripresa, nonostante gli ingressi di alcuni titolari come Pellegrini, Cristante, Abraham e Mkhitaryan, la situazione precipita con i padroni di casa che ottengono uno storico 6-1. Se non altro, magra consolazione, la Roma chiuderà comunque prima nel girone, evitando così l’insidioso spareggio con la terza di Europa League.

LE CESSIONI DI DZEKO E PEDRO – Partiamo da due premesse: il ciclo di Edin Dzeko era probabilmente finito e la stagione dello spagnolo non è stata certo memorabile. Detto questo, cedere due calciatori di questo calibro a due dirette concorrenti (una se vogliamo escludere l’Inter che, attualmente, sembra più di un gradino sopra la Roma) non è proprio il massimo. Sì, c’è un bilancio da tenere sotto controllo e liberarsi di due ingaggi onerosi, in tal senso, è anche condivisibile ma era proprio necessario cederli a Inter e Lazio? Facile dirlo ora e non prima, però in questo momento Dzeko e Pedro sono tra i migliori nei loro rispettivi nuovi club. E come se non bastasse, hanno già segnato contro la Roma…

BIG MATCH – Andiamo a elencare il rendimento della Roma nelle “grandi sfide” considerando solo l’anno solare 2021:

Juventus-Roma 2-0 (6 febbraio)
Roma-Milan 1-2 (28 febbraio)
Roma-Napoli 0-2 (21 marzo)
Roma-Atalanta 1-1 (22 aprile)
Inter-Roma 3-1 (12 maggio)
Roma-Lazio 2-0 (15 maggio)
Lazio-Roma 3-2 (26 settembre)
Juventus-Roma 1-0 (17 ottobre)
Roma-Napoli 0-0 (24 ottobre)
Roma-Milan 1-2 (31 ottobre)
Roma-Inter 0-3 (4 dicembre)
Atalanta-Roma 1-4 (18 dicembre)

Il ruolino recita: 2 vittorie (evidenziate in grassetto), 2 pareggi e 8 sconfitte. Al netto di alcune partite con errori arbitrali che ne hanno condizionato l’esito, lo score in questo tipo di incontri resta deficitario: che la vittoria contro l’Atalanta analizzata nei Top sia di buon augurio per il 2022.

THE VOICE OF USA – Dal 17 agosto 2020, giorno in cui è stato ufficializzato il passaggio di proprietà da James Pallotta al Friedkin Group, a parte alcune dichiarazioni di rito in fase di presentazione o per annunciare una nuova partnership, i tifosi non hanno ancora avuto il piacere di ascoltare dal vivo le parole di Dan e Ryan Friedkin. Le occasioni, in questo 2021, non è che siano mancate: dall’annuncio di Mourinho, ai torti arbitrali o a vergognose prestazioni, magari in alcune circostanze sentire il pensiero di chi guida la Roma non sarebbe stata una mossa così sbagliata. Prima ci si lamentava perché Pallotta parlava troppo ed era poco presente fisicamente nella Capitale, mentre adesso i Friedkin hanno praticamente preso residenza a Roma ma non parlano mai. Un netto cambio di politica che, inizialmente, è stato anche accolto favorevolmente ma, dopo più di un anno, comincia anche a stancare.