Da Blanc a Garcia, da Bielsa a Rijkaard: ecco come giocherà la Roma il prossimo anno
Di nuovo alla casella di partenza. Dopo il rifiuto - perlomeno indiretto - di Massimiliano Allegri, la Roma si trova ancora una volta nella situazione di dover cercare un allenatore a giugno ormai iniziato. Si è tentato di andare su un italiano dopo le esperienze estere delle ultime due stagioni, ma la lista dei disponibili si è già esaurita e con tutta probabilità si dovrà guardare nuovamente al di fuori del confine, anche perché Carlo Ancelotti ha un ingaggio e una giusta ambizione fuori dall'attuale portata della Roma e perché Roberto Mancini, che pure non ha chiuso la porta ad un eventuale ritorno a Roma dalla sponda opposta del Tevere, proprio per i suoi trascorsi non appare la scelta più adatta in questo momento storico.
Il nome più spendibile, tra quelli in circolazione e alla portata della Roma, è sicuramente quello di Laurent Blanc. L'ex CT della Francia, contattato anche a febbraio per sostituire Zeman forse non con sufficiente convinzione, pur non avendo mai allenato qui in Italia, conosce la Serie A avendoci giocato con le maglie di Napoli e Inter e, stando alle sue recenti dichiarazioni, sarebbe attratto dal progetto (o da ciò che ne rimane) giallorosso: "Non sono stato contattato. Ma mi piacerebbe moltissimo allenare la Roma. Sarebbe una grande chance. È una speranza, perché la Roma ha un grande progetto. Spero che le cose vadano in questa direzione". Parole che sanno di autocandidatura, ma che rappresentano un possibile messaggio indiretto ad una pretendente di maggiori possibilità e prestigio come il Paris Saint-Germain, ancora alla ricerca del sostituto di Ancelotti. Blanc rappresenterebbe un ottimo compromesso tra la ricerca del gioco - al Bordeaux proponeva un 4-2-3-1 alternandolo al 4-3-3, riuscendo ad interrompere l'egemonia d'oltralpe del Lione - e la gestione di un gruppo complesso come quello dei Blues.
Sempre dalla Francia si valuta anche l'ipotesi Rudi Garcia, appena liberatosi dal Lille, con cui ha centrato un double nel 2010-2011, portando a casa Ligue 1 e Coppa di Francia. Il suo merito è stato quello di portare in alto una squadra competitiva ma non eccezionale valorizzando i giocatori provenienti dal settore giovanile come Debuchy, Rami, Cabaye e soprattutto Eden Hazard, tutti poi ceduti in giro per l'Europa, creando un 4-3-3 offensivo ma al contempo equilibrato. Non a caso era uno dei candidati dello scorso anno e di due stagioni fa, quando si cercava un tecnico che unisse gioco offensivo e capacità di far crescere giocatori giovani al perseguimento del risultato sul campo, ma l'ambiente potrebbe risentire della scelta di un tecnico poco conosciuto ai più come lui.
Un altro candidato degli scorsi anni, tornato in auge nelle ultime ore è Marcelo Bielsa, nelle ultime due stagioni tecnico dell'Athletic Bilbao col quale ha conquistato nel 2012 le finali di Europa League e Copa del Rey perdendole entrambe contro Atletico Madrid e Barcellona. Fautore del 3-3-1-3 (una sorta di 3-4-3 con centrocampo a rombo) utilizzato con la nazionale argentina che vinse le Olimpiadi ad Atene nel 2004, El Loco in tempi più recenti ha schierato le sue squadre con un 4-3-3 che prevede due esterni molto rapidi e ficcanti e un centravanti forte fisicamente come Llorente. Controindicazioni? Un integralismo tattico che alla Roma già è costato tanto con Luis Enrique e Zeman e uno stipendio fuori portata: avrebbe infatti chiesto al Santos 4 milioni di euro annui, stipendio che per un tecnico particolare come lui sembra forse azzardato concedere.
Un azzardo, forse più affascinante, è rappresentato anche da Frank Rijkaard. L'olandese ha voglia di rilanciarsi dopo le esperienze non positive col Galatasaray e la nazionale dell'Arabia Saudita, ha una mentalità vincente consolidata dagli anni dal giocatore al Milan e quelli da tecnico al Barcellona e la Roma potrebbe rappresentare una porta di servizio per un ritorno al calcio che conta. Ma proprio perché Rijkaard per diverso tempo non ha ottenuto risultati - e incarichi - di prestigio, la sua scelta non rappresenterebbe la certezza di cui la Roma ha dannatamente bisogno, e in fretta, per risalire una china via via sempre più aspra.