Cercasi solidità difensiva
Sabato sera contro il Frosinone la Roma ha trovato, all'ultimo secondo disponibile, la terza vittoria consecutiva in campionato, che le permette di rimanere a -1 dal Milan, attualmente quarto, e a -3 dall'Inter, terza, fermata ieri sera dalla Fiorentina ma soprattutto da una decisione più che dubbia dell'arbitro. Tuttavia, Eusebio Di Francesco non può essere sereno, poiché i suoi hanno sofferto (cosa che ormai avviene quasi sempre), subìto 2 gol e rischiato di pareggiare contro un Frosinone penultimo in classifica. La Roma in difesa fa parecchia fatica, e anche se le partite sulla carta sono semplici, se le complica da sola: lo dicono le statistiche. Se paragoniamo la stagione in corso con quella passata, notiamo immediatamente differenze notevoli. Il dato più preoccupante è quello dei gol subiti: fino ad ora i giallorossi hanno concesso in Serie A ben 33 gol, 14 in più rispetto all'anno scorso a questo punto della stagione (19), ma soprattutto 5 in più rispetto a quelli subiti in tutto il campionato passato (28). Ancora, gli uomini di Di Francesco al 25 febbraio 2018 avevano tenuto la porta inviolata in ben 11 occasioni e a fine maggio il numero era salito a 18, una media di quasi un clean sheet ogni due gare.
Fino ad ora, invece, le volte in cui le squadre avversarie non sono andate a segno si contano sulle dita di una mano: parliamo di Torino-Roma 0-1, Roma-Frosinone 4-0, Empoli-Roma 0-2, Parma-Roma 0-2 e Chievo-Roma 0-3. La proiezione direbbe 8 a fine stagione, dunque 10 in meno rispetto ad un anno fa. Da osservare tuttavia la vena realizzativa nettamente migliorata, con 49 gol segnati (9 in più rispetto all'anno scorso a questo punto), ma la storia insegna che le vittorie si costruiscono a partire dalla difesa. La domanda che ora sorge spontanea è: come è possibile che una squadra con lo stesso allenatore e dunque con le stesse idee di gioco, con la stessa linea difensiva titolare eccetto il portiere (da osservare però che Olsen è il più delle volte il migliore in campo), reduce da un campionato con la seconda miglior difesa dopo la Juventus campione d'Italia (4 gol subìti in meno), faccia così tanta fatica? Essendo il calcio un gioco di squadra, è normale che la fase difensiva riguardi anche centrocampo e attacco, e dunque si potrebbe obiettare che la mediana dell'anno scorso fosse più congeniale ai meccanismi di Di Francesco. Tuttavia, tale tesi viene smentita dalle ottime prestazioni nelle serate di Champions, che dimostrano che il problema principale è mentale. Intanto il tecnico abruzzese si gode la doppietta di Dzeko e altri 3 punti, ma sta a lui lavorare per limitare i cali di concentrazione continui, se non addirittura eliminarli. E sabato c'è il derby.